venerdì, ottobre 13, 2006

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Petizione popolare contro il disegno di legge Amato per la concessione della cittadinanza dopo soli cinque anni di permanenza in Italia


I suddetti cittadini italiani,
anche ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione,

premesso che una seria politica dell'immigrazione si fonda, oltre che su un efficace controllo delle frontiere contro l'immigrazione clandestina, su misure che favoriscano l'integrazione degli immigrati che vogliono vivere e lavorare in Italia e su una rigorosa politica di rispetto della legalità, che comprenda anche l'espulsione di coloro che disprezzano le leggi e i costumi condivisi dalla maggioranza dei cittadini italiani,



considerato che le misure adottate e proposte fin qui dal governo Prodi in materia di immigrazione contraddicono le indicazioni dell'Unione Europea e vanno in direzione opposta a quanto stanno attuando molti altri paesi dell’Unione (tra cui Germania, Francia, Spagna, Olanda, Danimarca), e che tali misure hanno già avuto l'effetto di attirare sull'Italia una nuova ondata di immigrazione clandestina,



considerato che, dimezzando i tempi per la concessione della cittadinanza italiana, concedendola ipso facto a tutti i figli di immigrati nati in Italia, il ddl Amato non favorisce l'integrazione, bensì introduce un principio di disgregazione del tessuto civile e sociale, in quanto concedere la cittadinanza "gratis" agli immigrati, senza verificare neppure indirettamente la genuinità della loro volontà di integrarsi e il loro grado di integrazione, è sbagliato e pericoloso,



considerato che, nei fatti, la nuova normativa avrebbe l’effetto di immettere d’un colpo nella società italiana alcuni milioni di “neoitaliani” provenienti da culture spesso assai diverse dalla nostra,



considerato che non è ammissibile che il principio del rispetto della diversità culturale e religiosa sia usato per giustificare episodi come l'omicidio della giovane pakistana Hina Saleem o il fatto che coloro che si convertono dall'Islam al cristianesimo siano costretti a vivere braccati e sotto scorta,



chiedono al Governo e al Parlamento italiano

il ritiro del disegno di legge Amato



l’emanazione di nuove norme che subordinino il conseguimento della cittadinanza italiana:



alla volontà da parte degli aspiranti cittadini di acquisire una conoscenza approfondita della lingua italiana e della storia del nostro Paese, anche attraverso la frequenza a corsi obbligatori istituiti appositamente;

all’adesione piena ed esplicita ai valori della democrazia liberale e ai principi fondamentali inscritti nella nostra Costituzione e nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo, con particolare riguardo al principio della parità di diritti tra donne e uomini e al diritto di ogni cittadino di aderire alla religione di propria scelta.

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