"Bisogna cambiare tutto per
non cambiare niente", così scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne
"Il Gattopardo". Peccato però che Tomasi di Lampedusa non abbia mai
scritto questa frase ne Il Gattopardo. La frase che appare in questo romanzo,
pronunciata da Tancredi, è: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che
tutto cambi”.
La formazione del nuovo governo
ha realizzato pienamente ciò che ha scritto Tomasi di Lampedusa, ingannando per
l'ennesima volta gli italiani onesti, quelli che sono sempre andati a votare
onestamente, quelli che lavorano onestamente, rispettano le leggi e pagano le
tasse onestamente.
Mentre si dimetteva infatti,
contando sul discreto, operoso arbitrato del presidente Mattarella, Renzi ha
messo il più fidato collaboratore alla guida del governo, ha scelto per lui e
con lui i ministri da confermare e quelli da sostituire, altrettanto ha fatto e
farà con i vice ministri e i sottosegretari, persino quelli che assisteranno
Gentiloni più da vicino, per non parlare delle prossime nomine ai vertici delle
aziende pubbliche.
Il nuovo, governo, per quanto sia
una fotocopia del precedente, non dovrà farsi carico della campagna elettorale
del segretario Pd. E potrà fare anche scelte impopolari.
Questo significa anche che, tra
un anno, con la prossima legge di stabilità, potrebbero scattare gli aumenti di
tasse che l'ex premier ha evitato. Sono quasi 20 miliardi di aumenti dell'Iva e
delle accise, previsti dalle famose clausole di salvaguardia. Il governo Renzi
ha disinnescato gli aumenti solo per il 2017, senza mettere a bilancio le somme
necessarie per il 2018. Un'eredità degli esecutivi precedenti, ma anche della
ultima legge di Bilancio, fatta in deficit e infarcita di misure elettorali.
Molto diversa dalla prossima, firmata da un governo di transizione e da un
ministro che, in fondo, con Renzi non è mai andato d'accordo.
Dopo tanto penare insomma, il
governo nasce morto. Con l'estrema unzione di Orfini, che vaticina un fine pena
prima della fine della legislatura. A voler peccare d'ottimismo, sarà tenuto in
incubatrice dalle «amorevoli» cure di Maria Etruria Boschi e Luca Lotti. Le due
infermiere che per non farsi torto a vicenda, controllarsi e controllare,
staranno culo e camicia, separati in casa a Palazzo Chigi. Sottosegretaria e
ministro al Telecomando: vince la femmina, naturalmente, che spunta il ruolo
più in vista; al fratellino caro solo lo Sport (con delega ai rigori negati
alla Fiorentina).
Bene Renzi. Metti i paletti e
portaci a votare prima dell'estate, ma con una legge seria, non come le due
porcate varate nel delirio di onnipotenza. Del resto abbiamo ben capito che
Gentiloni è solo un paravento, concordato con un Quirinale celestiale, che ci
guarda benevolo dalle nuvole. Alla maggior parte degli italiani è oggi ancor più chiaro che quelli fregati qui, i fessi siamo soltanto noi, che chiediamo
“addirittura” di andare a votare dopo il quarto premier “scelto” senza libere
e democratiche elezioni....
Giuseppe Sagliocco - Lodi