C’è una differenza oggi, che
qualcuno pensa sia generazionale ma non è così: la differenza tra “la sua
sinistra” e quella tradizionale sta nel fatto che Renzi non e più marxista
mentre gli altri, la vecchia guardia del Pd continuano a esserlo. Diciamo le
cose come stanno.
Renzi ha preso atto che dopo il
muro di Berlino e la fine dell'Urss, il marxismo è morto. La Camusso, D'Alema e
gli altri invece pensano che l'imprenditore sia lo sfruttatore del dipendente e
lo voglia licenziare per spendere meno, quindi il dipendente va protetto,
difeso e reintegrato anche quando l'impresa è in perdita…
Costoro, venendo dal marxismo
leninismo, anche dopo la fine ufficiale del Pci , ne hanno conservato il modo
di pensare, di sentire, di organizzarsi . Il marxista si sente superiore ai
suoi nemici, perché lui solo conosce e realizza il destino ultimo dell'umanità
quindi tutte le sue azioni hanno uno scopo nobile mentre quelle degli altri nascono
dalla ambizione e dalla bramosia di potere e di denaro. Il marxista divide il
mondo in chi sta con lui e chi sta contro di lui.
Coloro che stanno con lui
incarnano il bene, gli altri incarnano il male qualunque cosa facciano . Per
dieci anni la politica della sinistra e stata una lotta contro Craxi e, nei
venti anni successivi , una lotta contro Berlusconi, che incarnava il male e
contaminava tutto ciò che toccava.
Essa è finita quando Renzi ha
compiuto un atto che, nella teologia marxista è sacrilego : ha ricevuto
Berlusconi nelle sede del Pd come se fosse un essere umano, lo ha toccato, e ha
fatto con lui un normale accordo politico. I marxisti superstiti ancor oggi non
sanno spiegarsi come possa essere avvenuto e provano al solo pensarci un moto
di ripugnanza e di orrore.
Per chi è provvisto di una
cultura autenticamente liberale e non soffre di alcun complesso d’inferiorità
nei confronti di una parte politica, la sinistra, che ha alle spalle il crollo
non solo del mito comunista ma anche di quello socialdemocratico. Occorre
denunciare il carattere fasullo del liberal-riformismo di Renzi, sottolineando
che le sue sono solo riforme di facciata dietro cui c’è sempre la cultura dello
Stato onnipresente e predone. Fino ad ora, infatti, non ha prodotto riforme, ma
solo tasse.
Di Renzi, invece, ciò che
colpisce non solo i suoi avversari ma anche i suoi sostenitori non è il
semplice decisionismo tipico di ogni leader, ma è il carattere totalmente
intollerante di questo suo ostentato decisionismo. Il renzismo, in altri
termini, va denunciato come la versione più profondamente illiberale del
berlusconismo.
La denuncia di illiberalismo, di intolleranza e di vocazione
autoritaria deve diventare la battaglia portante di un centrodestra liberale
che punta a rimanere la forza alternativa alla sinistra in un sistema fondato
sulla democrazia dell’alternanza.
Club Forza Silvio "Giustizia e Libertà"
Forza Italia Lodi
clubforzasilviocittadilodi@gmail.com