mercoledì, ottobre 08, 2014

Renzi dice di essere di sinistra…


C’è una differenza oggi, che qualcuno pensa sia generazionale ma non è così: la differenza tra “la sua sinistra” e quella tradizionale sta nel fatto che Renzi non e più marxista mentre gli altri, la vecchia guardia del Pd continuano a esserlo. Diciamo le cose come stanno.

Renzi ha preso atto che dopo il muro di Berlino e la fine dell'Urss, il marxismo è morto. La Camusso, D'Alema e gli altri invece pensano che l'imprenditore sia lo sfruttatore del dipendente e lo voglia licenziare per spendere meno, quindi il dipendente va protetto, difeso e reintegrato anche quando l'impresa è in perdita…

Costoro, venendo dal marxismo leninismo, anche dopo la fine ufficiale del Pci , ne hanno conservato il modo di pensare, di sentire, di organizzarsi . Il marxista si sente superiore ai suoi nemici, perché lui solo conosce e realizza il destino ultimo dell'umanità quindi tutte le sue azioni hanno uno scopo nobile mentre quelle degli altri nascono dalla ambizione e dalla bramosia di potere e di denaro. Il marxista divide il mondo in chi sta con lui e chi sta contro di lui. 

Coloro che stanno con lui incarnano il bene, gli altri incarnano il male qualunque cosa facciano . Per dieci anni la politica della sinistra e stata una lotta contro Craxi e, nei venti anni successivi , una lotta contro Berlusconi, che incarnava il male e contaminava tutto ciò che toccava.

Essa è finita quando Renzi ha compiuto un atto che, nella teologia marxista è sacrilego : ha ricevuto Berlusconi nelle sede del Pd come se fosse un essere umano, lo ha toccato, e ha fatto con lui un normale accordo politico. I marxisti superstiti ancor oggi non sanno spiegarsi come possa essere avvenuto e provano al solo pensarci un moto di ripugnanza e di orrore.

Per chi è provvisto di una cultura autenticamente liberale e non soffre di alcun complesso d’inferiorità nei confronti di una parte politica, la sinistra, che ha alle spalle il crollo non solo del mito comunista ma anche di quello socialdemocratico. Occorre denunciare il carattere fasullo del liberal-riformismo di Renzi, sottolineando che le sue sono solo riforme di facciata dietro cui c’è sempre la cultura dello Stato onnipresente e predone. Fino ad ora, infatti, non ha prodotto riforme, ma solo tasse.

Di Renzi, invece, ciò che colpisce non solo i suoi avversari ma anche i suoi sostenitori non è il semplice decisionismo tipico di ogni leader, ma è il carattere totalmente intollerante di questo suo ostentato decisionismo. Il renzismo, in altri termini, va denunciato come la versione più profondamente illiberale del berlusconismo.

La denuncia di illiberalismo, di intolleranza e di vocazione autoritaria deve diventare la battaglia portante di un centrodestra liberale che punta a rimanere la forza alternativa alla sinistra in un sistema fondato sulla democrazia dell’alternanza.


Club Forza Silvio "Giustizia e Libertà" 
Forza Italia Lodi
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