giovedì, novembre 18, 2010

Le vite parallele di Fini e Casini



Con la discesa in politica di Berlusconi,Fini e Casini si allearono con Forza Italia, partito fondato dal Cavaliere nel 1994.
I due politici di diversa provenienza hanno fatto politica all’ombra di Fi che aveva raccolto, all’epoca, le forze migliori dei partiti fatti «scomparire» da parte dei giudici estremisti. Pierferdinando Casini è l’erede di parte della Dc e di Forlani, ed ha continuato a impersonare la parte peggiore della vecchia Dc che pur aveva ricostruito l’italia, salvandola,tra l’altro, dal comunismo.


Perché la parte peggiore? Non è stata forse parte della politica democristiana portata avanti con tanta «vaselina», con tante non scelte e ambiguità?
Non è strato forse Moro quello che ci h parlato delle cosiddette «convergenze parallele»?
Non è stata la gran parte della Dc a lasciare il povero Fanfani a combattere, da solo, la battaglia per il divorzio?

A proposito, mi chiedo perché le gerarchie ecclesiastiche danno tanto credito a Casini?
Come se ciò che questi dice non sia riscontrabile nel partito di Silvio Berlusconi?
Certi principi non li può difendere meglio un partito del 30% rispetto a uno del 5%???


Nella diaspora democristiana, alcuni esponenti sono andati ad allearsi con gli avversari di un tempo, e cioè il Partito Comunista Italiano.
Altri sono confluiti, per difendersi dal terremoto dei giudici, in Fi, mentre Casini, attraverso una serie di sigle, è infine arrivato all’Udc.
Ma Casini cosa vuole o dice che non sia nel grande partito che poi ha dato vita al Popolo della Libertà?


Sembra più un gruppo di potere locale che si è consolidato per sopravvivere, non certo per fare politica di ampio respiro; ed è degli ultimi tempi sempre più evidente nell’Udc, la politica vecchia di una parte della Dc stessa , ossia la politica dei cosiddetti «due forni» (come dire «il potere per il potere»).
Fini, dal canto suo, ha fatto un cammino ancora più tortuoso, o meglio lineare, nel negare quelli che erano stati i principi della destra fascista e post fascista. Tutto ciò che era stato alla base del Msi prima e di An dopo, è stato da Fini negato; arrivando questi a dire che «il fascismo è stato il male assoluto».

Mi chiedo: ma Mirko Tremaglia, con le lacrime agli occhi al discorso del suo leader a Perugia, ha capito bene?
Dalle secche in cui era arenata Alleanza Nazionale, c’è voluto Berlusconi per portare Fini e il suo partito nel campo delle alleanze democratiche; dopo una lunga maturazione, si fa per dire, da alleati di Forza Italia, i due giovanotti Fini e Casini, hanno incominciato a scalpitare, vedendo che la figura carismatica del Cavaliere poteva durare ancora per tanto tempo; e così dapprima Casini si è staccato dal nucleo di centrodestra, andando elemosinando accordi a destra e a manca (i due forni) e successivamente pure Fini è andato addirittura in fibrillazione dopo aver costituito insieme a Berlusconi il Pdl.

E poiché di Cesare non ve ne può essere che uno, allora dai a combattere
il creatore di Fi, che ha creato in pochissimi mesi, un partito più forte della stessa vecchia Dc.
Si sente dire in questi giorni che Fini e Casini appoggerebbero un governo con alla testa il Presidente della Ferrari, e loro che non hanno voluto aspettare i tempi naturali e fisiologici per il comando, dovrebbero fare il numero 2 e numero 3 di Montezemolo!!
Ma tanto valeva aspettare le evoluzioni temporali e politiche di quello che era stato il loro Salvatore...

Forse per tutti e due i politici, possono aver prevalso i «cattivi consiglieri » come usa affermare Fini, solo che in questo caso si tratta di cattive consigliere, non a caso Casini e Fini sono sposati in seconde nozze e chissà se è vero che queste giovani donne non abbiano insinuato in continuazione: «ma come è possibile che due politici di lungo corso come voi, ancora giovani, che non hanno fatto altro che politica, debbano essere dietro a un uomo che non ha fatto mai politica e che si è solo occupato di imprenditoria?»
Giuseppe Sagliocco

martedì, novembre 09, 2010

Contraddizioni istituzionali, irriconoscenza e presunzioni nel discorso di Fini


Il discorso di Fini a Bastia Umbra, ha creato una serie di dubbi agli addetti e non alla politica.
Prima ancora che vengano analizzate le proposte concrete di tutto il discorso, venute fuori d’incanto negli ultimi 5 minuti dell’intervento, io
che non sono prof. di Diritto Costituzionale, resto perplesso:
il Presidente della Repubblica, sempre presente in tutti i dibattiti, non sente il bisogno di chiedere alla terza carica dello stato di dimettersi dalla carica (di equilibrio) ma che ha, a sua volta richiesto le dimissioni al capo del governo Berlusconi?
E’ giusto che Fini si serva di una carica istituzionale dello Stato per fare politica partitica?
Ai posteri questa risposta.
Entrando poi nel merito del discorso, come ho già detto, tutto concentrato negli ultimi 5 minuti, della serie “il veleno nella coda”, il Presidente di Fli si è a mio avviso continuamente contraddetto, affermando, con qualche sfumatura che il Ministro del Tesoro Tremonti ha salvato il Paese con una buona politica economica, che il titolare degli Interni, On.le Maroni ha ben fatto nel suo settore, assicurando alla giustizia tantissimi delinquenti organizzati o meno, che il Ministro Brunetta ha operato una buona politica a sua volta dandoci una burocrazia più accettabile e che infine, la Gelmini ha fatto una buona riforma della scuola in generale e della Università in particolare.
Orbene, dopo tutte queste affermazioni, certamente positive per il governo, ha poi invece detto che questo governo non governa e lo ha paragonato ad un paracarro per la sua immobilità (!!!)
Sono stati inoltre scomodati nella tomba molti politici del passato, da Moro a Berlinguer per dire che quelli erano politici: Berlusconi, senza essere nominato, è dunque la negazione della politica (forse perché non aveva capito chi era Fini).

Chi fa bene si aspetti male, diceva mio padre…

Anche il federalismo fiscale è stato apprezzato dal capo di Fli;
Fini ha fatto un elenco di proposte quali: investire nella ricerca e sulle innovazioni; varare nuove regole per gli appalti della P.A. legare il salario alla produttività; creare fondi per le aree sottosviluppate e concentrarsi su poche grandi opere, ma anche favorire fiscalmente il Meridione e stabilizzare i precari (come???).

Fini ha chiesto poi un nuovo patto sociale con un tavolo al quale partecipino Confindustria i Sindacati e così via, dimenticando che l’attuale governo ha vinto le elezioni su un programma che deve essere portato avanti. Le parti sociali possono essere sentite, ma almeno in questa fase, non possono cambiare quanto gli elettori hanno chiesto votando questo governo.

Su alcune o tutte le proposte giunte si puo’ senz’altro discutere, ma il colpo finale il “ribelle” lo assesta quando fa la “chiamata di correo” per Casini perché entri nella nuova maggioranza in modo da mettere in mezzo Lega e Pdl e distruggerli, e in un crescendo rossiniano poi ha chiesto: si cancelli la legge elettorale, Berlusconi si dimetta per “avviare una nuova fase”…in caso contrario i deputati e senatori presenti nel governo e a lui legati, daranno le dimissioni dallo stesso, ma tutto il suo gruppo restera’ per cuocere a fuoco lento il premier, votando solo “cio’ che riterranno opportuno”.
Bella roba…troppo facile amico Fini!!
Poiché circa un mese fa, ricordo al leaderino di Fli, tutto il governo compresi i finiani hanno approvato 5 punti da realizzare in questi ultimi tre anni di legislatura proposti da Berlusconi, è chiaro che è in Parlamento che Fini e compagni dovranno fare i distinguo dal Pdl e dalla Lega e solo così, democraticamente e in maniera libera, il popolo valuterà e voterà.


Giuseppe Sagliocco
Popolo della Libartà
Lodi - San Bernardo
giuseppe.sagliocco@gmail.com