lunedì, dicembre 12, 2011

Tasse, tasse e ancora tasse...grazie Prof. Monti



Si poteva fare prima. In altro modo. Se solo il governo Berlusconi avesse avuto la stessa benevolenza da parte del Quirinale, della sinistra, dei sindacati e dei mass media. La macelleria tutta tasse di Monti è più protetta della reliquia di Padre Pio. Non si capisce perché, ad esempio, il capo dello Stato abbia concesso al “professore” di agire con un decreto legge che rifiutò per questioni di principio (deve essere il Parlamento a decidere) la sera del 2 novembre a Berlusconi, facendo arrivare il suo «no» nel bel mezzo di un drammatico Consiglio dei ministri (il decreto cento misure del duo Brunetta-Sacconi che avrebbe sortito più o meno le stesse conseguenze di quello Monti). Adesso è chiaro che Berlusconi (ma tantomeno Bersani) non ha nessuna voglia di mettere il suo nome sotto una simile manovra.

Votare la fiducia, anziché i provvedimenti uno per uno, può salvare la coscienza e forse anche la faccia. Tanto che gli ultimissimi sondaggi danno in crescita il Pdl. Il fatto che il premier rinunci allo stipendio in maniera plateale poi non ci tranquillizza per nulla. È un signore molto ricco, con un vitalizio da senatore a vita, che ci tratta come scolaretti ossequiosi. Si tenga i soldi e se davvero vuole combattere gli sprechi, invece che darci le briciole del suo desco, abbia il coraggio di proporre di dimezzare il numero dei parlamentari e i loro compensi. Ci provi, così in aula lo impallinano senza pietà e addio al «Salva Italia».“Troppe tasse e pochi tagli”, Caro Presidente, no, così non va. E’ il titolo shock dell’editoriale che campeggia oggi in prima sul Corriere della Sera, e non è ovviamente firmato né da Alessandro Sallusti né da Giuliano Ferrara. Il duo delle meraviglie che ha scritto il durissimo pezzo contro il consiglio di facoltà presieduto dal riflessivo Monti è formato nientedimeno che da Francesco Giavazzi e Alberto Alesina. Ossia da due che fino a ieri erano tra i principali sponsor della soluzione tecnica e tecnocratica guidata dal già presidente della Bocconi.

La cosa piu' giusta e' che dovevamo andare alle elezioni. Ricordo a lorsignori poco informati e molto faziosi di sinistra che Berlusconi non è mai stato sfiduciato, mai. Egli si è dimesso volontariamente, non essendovi tenuto affatto, solo per il bene del Paese. Sembravano infatti giorni di catastrofe irrimediabile, se ben ricordate. Pareva che a ogni ora trascorsa si avvicinasse la fine del Paese, il default. Quel venerdi giorno delle dimissioni di Berlusconi, tutto è stato fatto in fretta ma con senso di responsabilità, proprio perché si credeva davvero che al lunedi successivo, con la riapertura della Borsa, i mercati avrebbero mollato un po la presa!! Ma così non è stato, anzi, è parso a tutti chiaro che Berlusconi non aveva nessuna colpa e che lo spread anziché calare vertiginosamente (ignoranti di economia e sinistrume vario quelli che lo avevano “previsto”….) è restato uguale anzi ha superato i limiti precedenti pur con le sue dimissioni….

Credo che moltissima gente come me sia delusa e amareggiata per il fatto soprattutto di non poter parlare ed esprimere la propria opinione e sopratutto farla valere!! Ma come e' possibile accettare ancora questa presa per i fondelli? Possibile che noi italiani non ci ribelliamo, e accettiamo che tutto passi così,? Si parla di crescita, e non mi sembra che ci sara',..Equità? ma sanno cosa vuol dire questa parola, non credo. L’equità non si fa certo tassando e colpendo esclusivamente il ceto medio-basso. Forse li dobbiamo mandare alle elementari e non all'Universita' tutti questi “scienziati”…

E’ una vergogna che a sinistra siano tutti zitti, partiti, movimenti, media e televisioni oltre a tutte le istituzioni che fanno capo alla sinistra per non parlare della CGIL che solo adesso con gli altri sindacati ha realizzato che non ci sarà nessuna equità ma solo tasse tasse tasse…E Casini? Lui fa lo gnorri, si barcamena, è un democristiano 100% lui. Il che significa: nessuna decisione ma plausi continui e convinti di adesione a Monti e al suo salasso legalizzato. Ah, infine una chicca, l’imperturbabile Pierferdy ha pagato le transfughe dal Pdl Carlucci e D’Ippolito con la guida del Dipartimento Cultura e Spettacolo per la prima e la guida del Dipartimento Coesione e Sviluppo per la seconda. I tempi cambiano, e la memoria, in questo Paese, è sempre più corta.






Giuseppe Sagliocco
Popolo della Libertà - Lodi

mercoledì, novembre 30, 2011

Povera Italia!!!




Pensavamo d’avere una Repubblica Parlamentare e ci siamo trovati, senza colpo ferire, con una Repubblica Presidenziale. La nascita del governo Monti ne è l’evidenza. Un governo nato con la benedizione di Napolitano e dove si intravedono e sono anzi parte essenziale, i poteri forti.Ha ragione il referendario Mario Segni quando dice che è stato rotto lo schema del maggioritario secondo cui i governo viene scelto ai cittadini e quando cade si va al voto. “Il Presidente della Repubblica aggiunge Segni, ha gestito la crisi andando ben oltre i suoi normali compiti diventando interlocutore di governi stranieri”.
Quando si sente dire che questo è il governo del Presidente, molti fatti confortano l’affermazione. Certo è che al rientro da una missione all’estero, Monti aggiorna Napolitano senza riferire in Parlamento. Altro passo negativo è stata la riunione “carbonara” con Pdl, Pd e Udc senza convocare tutti gli altri partiti.

L’incoronazione di Monti e l’abbandono di Berlusconi presentano aspetti molto nebulosi. Sembrava che la causa di tutti i mali fosse il governo Berlusconi...invece ci siamo dovuti ricredere tutti, e accorgerci che la Borsa, lo spread e la crisi sono rimaste praticamente le stesse (lo spread era sotto i 500 con Berlusconi, adesso invece pure!!).E non si capisce neanche perchè rappresentanti di banche, manager, funzionari statali e non debbano poter essere più bravi, più concreti, più capaci dei governi politici che li hanno preceduti, e che con grandissimo senso di responsabilità si sono volontariamente fatti da parte pur non essendone tenuti. E dire che i soliti sapientoni arroganti di sinistra prevedevano che bastasse la sola uscita di scena dell'ex premier per riguadagnare subito 2/300 punti di spread....i soliti ridicoli!!!

Non c’è Monti che tenga. La speculazione mondiale continua e la situazione economica in Italia si aggrava. Stati Uniti e Gran Bretagna lavorano per demolire l’Euro e convincere i paesi asiatici (Pechino compresa) a puntare su dollaro e sterlina.La minaccia angloamericana tocca tutta l’eurozona (Germania compresa).
Il duo "Merkozy" adesso sta pensando di rivedere i trattati e di dividere l’Europa mettendo l’Italia in serie B. Per questo ci troveremo sotto l’albero di natale un bel regalo: tasse tasse tasse.
Povera Europa dei Popoli!! La moneta non funziona e la crisi dello spread è nelle mani del Rag. Filini, il miope collega di Fantozzi...



Saluti azzurri

venerdì, novembre 25, 2011

Dopo l'assoluzione di un mese fa dal processo "Mediatrade", Berlusconi ancora prosciolto per "Alitalia"




Chi risarcirà mai gli utenti dei milioni di euro spesi per architettare procedimenti che hanno la consistenza dei castelli di sabbia costruiti sul bagnasciuga?
A chi giova spendere così inutilmente risorse umane e finanziarie per il nulla, laddove ci sono in giro assassini e delinquenti che non si è riusciti a tenere dentro per decorrenza dei limiti di detenzione preventiva? Con “mafiosi innocenti” cui si è dovuto sospendere la pena (strage Borsellino) perchè estranei ai fatti e quelli che dei fatti son responsabili non si ha la più pallida idea di chi siano? Vabbé, lasciamo perdere con le domande retoriche.

La notizia secca secca è questa: Silvio Berlusconi, nella primavera del 2008, “non diffuse notizie false ne’ pose in essere artifizi idonei concretamente a provocare l’alterazione del prezzo delle azioni Alitalia poiche’ era intenzionato a trovare una valida alternativa all’offerta avanzata dalla societa’ francese Air France Klm attraverso il reperimento di una cordata di imprenditori italiani interessati all’acquisto della societa’ Alitalia cosi’ che la proprieta’, e quindi la gestione di quest’ultima, rimanessero in ambito nazionale”.

E’ uno dei passaggi della motivazione con cui il presidente aggiunto dei gip di Roma, Stefano Meschini, accogliendo la richiesta avanzata dal procuratore aggiunto Nello Rossi, ha disposto l’archiviazione del procedimento per aggiotaggio a carico di Silvio Berlusconi, dopo la denuncia presentata da un piccolo azionista dell’allora compagnia di bandiera italiana.Per il gip, nei confronti di Berlusconi non ricorrono neppure gli estremi di reato dell’insider trading “poiche’ non risulta che lo stesso sia venuto in possesso direttamente di informazioni privilegiate, cioe’ di carattere preciso, che non siano state rese pubbliche, concernenti, direttamente o indirettamente, uno o piu’ emittenti strumenti finanziari o uno o piu’ strumenti finanziari che, se rese pubbliche, avrebbero potuto influire in modo sensibile sui prezzi di tali strumenti”.

Stando al gip Meschini, Berlusconi “si e’ limitato a manifestare volonta’, intendimenti, progetti di carattere politico-economico riguardanti la sorte di Alitalia in base a dati di pubblico dominio e, per cio’ stesso, oggetto di contrastanti valutazioni nel dibattito pubblico relativo al destino della compagnia di bandiera, senza esprimere alcun dato tecnico e soprattutto alcuna notizia di carattere riservato, privilegiata e tale da influire sensibilmente, al di la’ della fonte da cui proveniva, sui prezzi delle azioni Alitalia”.Appunto. Allora perchè lo avevano accusato? Al momento dunque, Berlusconi conduce a valanga sui togati rossi…27 a zero!!!

Saluti azzurri

Giuseppe Sagliocco
www.giuseppesagliocco.blogspot.com

martedì, novembre 22, 2011

Crisi: ma i giornalisti hanno capito quello che sta succedendo?


Resto sconcertato nel vedere i giornalisti italiani, di certi giornali in particolare, legati ad ambienti che si rivedono in posizioni di sinistra; giornalisti italiani schierati, così come il più grande quotidiano italiano, a godere delle disgrazie dell’Italia in un’ottica in cui tutto fa brodo come per esempio l’aver visto cadere il governo grazie alle dimissioni date dal Presidente Berlusconi.

Egli infatti si è dimesso, non essendo tenuto a farlo, per un segno di discontinuità e con un atto di responsabilità che è stato evidente agli occhi di chi abbia un minimo di onestà intellettuale…Il Presidente Berlusconi e quindi il suo governo non sono mai caduti ma si sono dimessi che è diverso. Sottolineo inoltre come Berlusconi si sia dimesso pur non essendo mai stato sfiduciato in Parlamento, e pur avendo una solida maggioranza al Senato…tutto il resto è demagogia, i fatti sono questi.

Dimissioni quindi, che hanno portato alla sua “sostituzione” con il Prof. Monti, autorevole figura di tecnico voluto fortissimamente da Napolitano e che dovrebbe fare adesso, con il tramite di un nuovo governo esclusivamente composto da tecnici il cosiddetto ”lavoro sporco” per cercare di portarci fuori dalle secche di questa crisi globale, mondiale ed europea non certo italiana e non certo dovuta a Berlusconi o al governo di centrodestra.

E secondo voi questi novelli “scienziati” fino ad ora da tutti dimenticati e che qualcuno non a torto giudica essere parte dei cosiddetti “poteri forti” in Italia, improvvisamente dovrebbe fare ciò che la politica, i politici non sono stati in grado di fare? Bah…Ma i giornalisti italiani (ed alcuni politici) sono consapevoli di quello che sta succedendo? Dove vogliono arrivare i giornalisti italiani? La cosa importante era per loro unicamente poter dimostrare che Berlusconi non è stato capace di gestire la crisi? E adesso Monti, frettolosamente investito della onorificenza di senatore a vita dal solito Napolitano, dovrebbe fare miracoli?

Meglio dire che farà un mazzo tanto a tutti gli italiani, sarebbe più onesto e corretto! Ma si sa…basta che non sia Berlusconi………………….Se affonda l’Italia non ci sarà tempo per salire sui campanili e gridare a tutti che Berlusconi è stato «sconfitto».Se affonda l’Italia, affondiamo tutti noi, giornalisti compresi. Basta quindi con la solita cantilena... o credete forse che Casini, Bersani, Di Pietro, abbiano la bacchetta magica? Non ce l’hanno loro e non ce l’ha il neo senatore a vita Monti, nuovo capo del governo espressione chiara e diretta del Presidente della Repubblica Napolitano e non espressione della democrazia e del popolo sovrano...

Di positivo registro finalmente che sono cessati, per il momento, gli attacchi tanto faziosi quanto continui al precedente governo; la fiducia a Monti sarà anche illimitata e scelta da tutti o quasi, ma essa deve essere sicuramente “a tempo”, per far si che questo nuovo governo possa non appena il programma che la Ue ci ha richiesto di portare a termine sarà portato a compimento, andare a casa e lasciare spazio alla democrazia e alla Costituzione che prevedono scioglimento delle Camere e indizione di nuove elezioni, sì da lasciare finalmente e nuovamente la parola al popolo sovrano.Possibile che l’accanimento politico abbia preso il sopravvento anche sulla ragione?



Saluti azzurri

giovedì, novembre 17, 2011

Se a sinistra dicono che il governo non ha fatto nulla...

Non c’è modo migliore per rispondere alla disinformazione che dire la verità. Ecco perché, sperando di fare cosa gradita a tutti ho pensato ad un elenco di tutte le riforme dei governi Berlusconi, dal 2008 al 2011. A chi dice che si è chiuso un periodo buio, un ciclo negativo per la storia d’Italia, posso solo rispondere dimostrando che questi sono stati anni di lavoro. Non tutto quello che si doveva fare è stato fatto, certo, anche per oggettivi ostacoli impedimenti e ostruzionismi, ma è giusto ricordare l’esperienza dei governi di centro-destra come globalmente riformista e propositiva. Governi del Fare, a differenza dell’immobilismo degli esecutivi del centro-sinistra.

Continueranno a dire che nulla è stato fatto, che sono state promulgate soltanto leggi ad personam ed inutili per il Paese? Pazienza…intanto palesemente questo non è vero, e tcon questo elenco intendo fornire a tutti uno strumento adeguato anche per poter poi rispondere a menzogne e falsità diffuse dalla sinistra.
Ecco l’elenco dei principali provvedimenti del IV Governo Berlusconi (8 maggio 2008-12 novembre 2011).

RIFORMA DELLA SCUOLA E DELL’UNIVERSITA’ (legge 169/2008 e legge 240/2010) RIFORMA DEL PROCESSO CIVILE (legge 69/2009)

LEGGE SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLE GRANDI IMPRESE IN CRISI (legge 166/2008)

PACCHETTO SICUREZZA (legge 94/2009)

FEDERALISMO FISCALE (legge 42/2009 e gli otto decreti attuativi: dlgs 85/2010 sul federalismo demaniale; dlgs 156/2010 su Roma Capitale; dlgs 216/2010 sui fabbisogni standard; dlgs 23/2011 sul federalismo municipale; dlgs 68/2011 su autonomia tributaria di Regioni e Province; dlgs 88/2011 su perequazione e rimozione squilibri; dlgs 149/2011 su premi e sanzioni per Regioni, Province e Comuni;dlgs 118/2011 su armonizzazione sistemi contabili).

RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (dlgs 150/2009)

CODICE DELL’AMMINISTRAZIONE DIGITALE (dlgs 235/2010)

CODICE ANTIMAFIA (dlgs 159/2011)

ABOLIZIONE ICI: Da giugno 2008 non deve più essere pagata l’imposta comunale sulla prima casa, ossia l’immobile adibito ad abitazione principale;
SOSTEGNO AL REDDITO: Per sostenere il reddito dei lavoratori dipendenti, dal primo luglio 2008 è partita la detassazione degli straordinari e dei premi di produttività. Un altro provvedimento concreto, il cui fine è quello di rendere meno leggera la busta paga di operai ed impiegati, per ridare potere d’acquisto a milioni di lavoratori dipendenti.
LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE: Da lunedì 9 febbraio 2009 i Comuni, attraverso un canale telematico, hanno accesso – in modalità protetta e tracciata – ai dati dell’anagrafe tributaria che riguardano i contratti di somministrazione di luce, gas e acqua, quelli di locazione, i bonifici bancari e postali per ristrutturazioni edilizie e le informazioni sulle denunce di successione di immobili. L’attività anti evasione fiscale dei comuni è incentivata e premiata con il riconoscimento di una congrua percentuale sui tributi recuperati. A queste misure, va aggiunta la realizzazione del federalismo fiscale che, con il coinvolgimento sempre più stretto degli enti locali, renderà ancora più complicato evadere
LOTTA ALL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA: Le nuove norme contenute nel “Pacchetto sicurezza” (legge 94/2009) ampliano i casi di espulsione degli immigrati clandestini e prevedono l’espulsione anche per i cittadini comunitari, attraverso la misura dell’allontanamento di chi non ha reddito o di chi delinque. Il limite della pena per applicare l’espulsione è stato ridotto a due anni (prima era di dieci).
EMERGENZA RIFIUTI: Il 21 maggio 2008, nella prima riunione operativa del Consiglio dei Ministri (tenutasi a Napoli come da impegno preso in campagna elettorale), attraverso il decreto legge 90/2008 il governo ha stabilito una serie di interventi che in soli 58 giorni hanno messo fine all’emergenza rifiuti in Campania. Erano ben 551 i Comuni della Campania interessati dall’emergenza. Questi centri producono circa 7.200 tonnellate di rifiuti al giorno: l’uscita dall’emergenza ha permesso di raccogliere e avviare a smaltimento la produzione quotidiana di immondizia insieme con le migliaia di tonnellate accumulatesi nei mesi precedenti.
RINEGOZIAZIONE MUTUI: Chi può accedere alla rinegoziazione? Tutti coloro che hanno acceso un mutuo a tasso variabile per acquisto, costruzione e ristrutturazione dell’abitazione principale. Le banche sono libere di aderire o meno alla Convenzione ma, se aderiscono, sono obbligate a rinegoziare qualora il cliente lo chieda. Nell’accordo tra Abi ed esecutivo rientra anche la istituzione di un Osservatorio sulla trasparenza dei mutui cui parteciperanno rappresentanti del Ministero dell’Economia, delle banche e dei consumatori. Costi portabilità azzerati.
STALKING: Introdotto nel codice penale il reato di «atti persecutori», il cosiddetto stalking che riguarda le molestie insistenti, che scatta quando c’è una ripetitività di azioni contro una persona. Per chi compie molestie insistenti, con l’inserimento del reato di stalking nel codice penale e il patrocinio gratuito per le vittime di stupri.
ALITALIA: Il 13 gennaio 2009, CAI, la nuova compagnia di bandiera, ha ufficialmente aperto i battenti, completando un lungo e faticoso percorso di molti mesi, nei quali la “cordata italiana” ha saputo superare molti ostacoli e raggiungere l’obiettivo di mantenere all’Italia una compagnia di bandiera. I possessori di azioni Alitalia sono stati indennizzati con le risorse provenienti dai “conti dormienti”. La legge sul salvataggio Alitalia (legge 111/2008) è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il 23 giugno 2008.


Beh....tutto sommato non sarei così catastrofista, specie tenendo conto che l'Italia, come tutta l'Europa, si è ritrovata in una crisi della economia mondiale mai sofferta prima d'ora nella storia e di cui ancora non si intravede la uscita....non male no?


Saluti azzurri

lunedì, novembre 14, 2011

Monti: "Lacrime e sangue"...ma poi si vada presto al voto!!



Mi chiedo, ma abbiamo dato forse noi il nostro voto a Mario Monti ? NO, mi rispondo, la maggioranza di noi ad Aprile del 2008 ha votato per una coalizione che aveva in lista come presidente del consiglio, Silvio Berlusconi .
Da parte dei soliti noti si racconta una storiella: che l’Italia si trova finanziariamente alla deriva; in estate Buttiglione disse che l’Italia è “tecnicamente fallita” per colpa di Berlusconi e del suo Governo; qualche giorno fa la Mercegaglia diceva che siamo sull’orlo del baratro. Sarà proprio così?
Io non credo che Berlusconi sia il problema: dalla notizia delle voci di dimissioni il mercato azionario ha perso, in due giorni il 5,5% e lo spread BTP/Bund è arrivato ad oltre 500 punti. Poi si è abbassato sotto i 500, ma nel frattempo a livello politico nulla è cambiato. La Mercegaglia aveva detto che Monti è l’uomo giusto. Giusto per cosa?
Per avere chiaro ciò di cui si parla chiarisco i significati di tre parole:
Debito pubblico: è l’ammontare di quanto lo Stato deve ai suoi creditori e consiste per circa l’80% in titoli di Stato (BOT, BTP, CCT etc) ed il restante in altro. Al momento somma circa 1900 mld.
Deficit pubblico, è invece l’ammontare della spesa pubblica non coperto da entrate e ad oggi per l’Italia è del 3,6% circa ed in Europa solo la Germania ne ha uno migliore.
Spread: differenziale di rendimento a parità di durata.

Bene. C'era ieri chi sosteneva che fosse opportuno comprare e che la borsa italiana sarebbe schizzata in avanti. C'era anche chi sosteneva che fosse giunto il momento di aiutare l'Italia comprando titoli pubblici.
Oggi si, ieri no!
Di stupidi nel nostro Paese ce ne sono in quantità, come in quantità ci sono individui pronti ad affossare la nostra economia solo per pregiudizio ideologico e per odio politico.
Non c 'è bisogno di chiamarsi Bersani o Franceschini, nè Fini e Casini per essere avvoltoi.
Chi si aspettava un balzo della borsa, e per i BTP a 10 anni un deciso calo dello spread coi bund tedeschi, dopo l'affidamento dell'incarico a Monti, dovrà ricredersi.
La Borsa ha aperto bene, come le altre piazze in Europa, ma sta ripiegando sul neutro, in attesa che i mercati ci capiscano qualcosa di più. Senza fatti nuovi nelle economie europee, i mercati restano in attesa delle indicazioni di apertura di Wall Street.
Come accade di solito!
Ma vorrei discutere partendo da una leggenda: il debito pubblico è una colpa di Berlusconi.
Un qualsiasi soggetto che abbia un minimo di conoscenza della storia politica italiana e un minimo di correttezza e onestà intellettuale, comprende benissimo quando è stato creato e chi ha creato il debito pubblico; molti dei personaggi che oggi strepitano erano presenti in Parlamento quando si stava formando ma non risultano loro voti contrari all’aumento della spesa pubblica; quando nel ’94 Berlusconi divenne Presidente del Consiglio la frittata era stata fatta, mangiata e digerita.
Ora, però c’è stato il piano di risanamento, che è stato giudicato valido dall’Europa, anzi pare propri che lo abbia quasi dettato; allora, perché proprio ora sta succedendo tutto questo?
Nuove e antiche tasse con Monti? Fa nulla è per il bene del Paese. Ma come non era diventato il governo delle tasse quello appena defunto? Eh no. Quelli erano balzelli volgari e berlusconiani, questi sono nobili sacrifici per il riscatto della nazione…Misteri di quell’Italia un po’ cialtrona per la quale il concetto di bene comune ha un significato a dir poco fazioso. Si faccia brevemente quanto possibile da parte del neogoverno Monti, sperando di limitare le lacrime e sangue che ci attendono, ma poi si torni a dare, a stretto giro, voce al Popolo con indizione di elezioni democratiche.

Giuseppe Sagliocco
http://www.giuseppesagliocco.blogspot.com

mercoledì, novembre 09, 2011

Da Cesare in poi.... La Storia si ripete!!



I congiurati, impotenti e vili, trovano sempre qualche servo apparentemente fedele da comprare, che colpisca a tradimento il proprio capo magnanimo che lo ha accolto, loro nemico imbattibile, se non col tradimento. Ogni Cesare ha il proprio Bruto.E' il destino triste e glorioso dei grandi uomini. Oggi è toccato a Silvio.


Penso che ora ne vedremo delle belle: ogni ipocrisia e meschinità si rivelerà per quello che è, chi ha tradito avvertirà oggi più che mai la gravità delle proprie azioni sulla propria coscienza e dovrà sopportarne gli effetti. Ma una cosa mi consola: a breve non vedremo più passeggiare nel Parlamento italiano i tanti irrispettosi, irriconoscenti e inutili parlamentari da sempre beneficiati dal nostro Presidente, e di loro sarà ricordata solo l'infamia del tradimento.


Berlusconi a breve non ci sarà più e molti saranno felici, altri ne piangeranno la “dipartita” . Gli uni penseranno di aver risolto i problemi dell’Italia gli altri si sentiranno orfani in quanto non hanno più il grande imprenditore capace di fare miracoli. Ma come stanno veramente le cose? Già ieri nella stessa Camera alla notizia che il Governo non aveva più la maggioranza non si sono sentiti i soliti schiamazzi da stadio. Come se tutti fossero rimasti attoniti (ricordate Manzoni: “così percossa, attonita, la terra al nunzio sta muta…..”) e come se fosse per un attimo balenato nei loro cervelli un pensiero: e ora? Già ora che cosa succede? Purtroppo è vero che l’Euro e questa Europa ci costringono a non avere una nostra sovranità nazionale.


La nostra politica economica non la facciamo più noi ma la Bce e gli altri burocrati che gli girano intorno. Quindi noi saremo costretti (per sempre?) a prendere le decisioni che ci verranno imposte. E tutto ciò come si concilia con le “ideologie” (immaginando che ce ne siano ancora). Riforma delle pensioni, liberalizzazioni, riforme strutturali (il termine evoca un qualcosa fatto sempre in danno dei più deboli), chi le farà? La Camusso? Di Pietro (che già parla di macelleria sociale), Bersani (che dice di non essere disposto a votare certe cose), Vendola o chi? E chi si potrà permettere di fare una vera riduzione della spesa pubblica colpendo anche le famose caste? Ma poi mi chiedo: vi pare giusto far fare riforme “liberali” a socialisti e riforme “socialiste” a liberali? Ma come usciremo da questo serio guaio? Avverrà il miracolo per cui la nostra mediocre classe dirigente farà le cose “giuste” senza pensare ai, peraltro, legittimi interessi di parte?


Silvio Berlusconi annuncia le dimissioni, la sinistra fa la ola, ma lo spread sui titoli pubblici resta alto. I conti non tornano, dunque. Non ci avevano detto che via Berlusconi tutto d'incanto sarebbe andato a posto? O forse, ci diranno, dipende dal fatto che non è andato via del tutto e definitivamente, magari alle Antille?


La solita, insulsa sinistra!!! E questi dovrebbero/vorrebbero governare il Paese?


Meditate elettori, meditate.....



Saluti azzurri

domenica, novembre 06, 2011

Licenziamenti: I "resistenti" e la cultura ottocentesca.


La polemica sui “licenziamenti facili” è figlia di una cultura ottocentesca che ignora i cambiamenti del mercato mondiale ed è oltraggiosa per l’intelligenza degli italiani: già ora nelle aziende con meno di 15 dipendenti, dove lavora circa la metà degli occupati, non vige la giusta causa. Purtroppo oggi, ma già da qualche anno come sappiamo, si va dipanando una campagna fatta di ipocrisie e falsità, che tende a rovesciare come un guanto il senso delle cose...

E se ora il governo si propone di intervenire sui contratti di lavoro, seguendo la strada indicata dal disegno di legge presentato dal senatore dell’opposizione Pietro Ichino, è solo per aumentare la competitività del Paese, aprire nuovi spazi occupazionali per le donne e per i giovani, e garantire a chi perde il lavoro l’aiuto della cassa integrazione per trovare una nuova occupazione.

Il problema è di ridurre le cattive abitudini, scongiurare un’estensione abnorme del lavoro precario, offrire un futuro qualificato ai giovani e alle donne rimuovendo solo e soltanto le rigidità improprie che impediscono l’allargamento della base occupazionale e produttiva, per avvicinarci agli obiettivi del Trattato di Lisbona sulla partecipazione al mercato del lavoro, purtroppo ancora lontani.

Il lavoro è cambiato. Sono cambiati i bisogni e le aspettative sociali. Il lavoro socialmente tutelato ha le sue ragioni, ma gli investimenti in ricerca e in sviluppo, il rischio d’impresa e il ruolo delle politiche pubbliche si misurano con la capacità di competere produttivamente in una dimensione infinitamente più grande e varia che nel passato, di rendere il lavoro un’utilità sociale di cui andare orgogliosi, una scala da salire per vedere meglio l’orizzonte, non un buco in cui ripararsi.

Abbiamo un orizzonte stretto e ravvicinato per varare alcuni provvedimenti in favore del lavoro e dello sviluppo, capaci di rimettere in moto la produzione di ricchezza nel manifatturiero e nei servizi, in particolare capace di restituire orgoglio e fiducia al Mezzogiorno italiano, e diciotto mesi di serio e responsabile lavoro prima del compimento della legislatura.

Rimettere in moto la macchina demagogica del catastrofismo e del pessimismo può essere l’istinto politicista di pochi, ma non deve essere la pratica dei molti, nella maggioranza e perfino nell’opposizione, che si rendono conto della necessità di crescere. Possiamo farcela...io ci credo!!

Saluti azzurri

mercoledì, novembre 02, 2011

Dall'Ue giudizio positivo sulla lettera di intenti. Tremonti si è defilato


Dopo il grande successo riscosso dal Premier in Europa, sfido qualsiasi Istituzione , sindacato o partito, compresa la Lega, a criticare le misure necessarie sui licenziamenti facili e l'esigenza di innalzare l'età pensionabile a 67 anni, perché sono le stesse misure che ci ha "ordinato" l' Europa.
Sono impegni precisi, importanti per il presente e per il futuro del nostro Paese. Tutti dovrebbero fare il tifo perché vengano realizzati ma anche stavolta sembra che l'ostilità contro il proponente, vale a dire Berlusconi, prevalga sul contenuto della proposta.

Mai come in questo periodo giocare al "tanto peggio, tanto meglio" comporterà un grave danno per l'Italia e per il destino di molti, a partire dai giovani. Noi ce la metteremo tutta, per sostenere lo sforzo del premier e del governo.
Pertanto i partiti e le caste che intendono combattere il Governo Berlusconi su questa serie di provvedimenti "combatterebbero" contro le massime Istituzioni Europee! E l' Europa difenderà il nostro Governo a spada tratta! I sindacati dovranno abbassare un pò la coda, altrimenti il Governo sarà costretto non solo a modificare l'art. 18 ma a modificare costituzionalmente la disciplina sul diritto di sciopero. Un diritto spesso abusato, perché solo in Italia, così come il sistema giudiziario, il diritto a scioperare è usato come un vero e proprio strumento politico-ideologico e anche, diciamola tutta, per non fare un bel nulla. L’Italia ha regole troppo rigide sui licenziamenti.

L’abito ideologico tipico dei sindacalisti e dei politicanti ex PCI prevede una condanna pregiudiziale su qualsiasi misura atta a rendere più flessibile il mercato del lavoro e a favorire l'innalzamento dell'età pensionabile. I sindacati, fosse per loro, condannerebbero i giovani di oggi alla totale bancarotta dello Stato tra pochi anni. E anche sui licenziamenti siamo l’unico paese al mondo che ha regole così rigide! Non esiste alcun Paese al mondo con regole così rigide sui licenziamenti…Quindi la Camusso & CO strombazzino pure quanto vogliono, ne hanno diritto, a patto che le loro manifestazioni non rechino danni ai beni pubblici e non ostruiscano chi deve andare a lavorare. Vadano pure in piazza, ma queste misure verranno approntate a qualsiasi costo perché non applicarle significherebbe far pagare all' Italia di domani il costo più alto che sprofonderebbe l' Italia in una crisi molto ma molto peggiore di quella che ha colpito la Grecia oggi.

Il pacchetto sarà composto di vari disegni di legge, uno per ogni singolo settore: non si tratta di misure che riguardano interessi di questa o quella parte, soprattutto non della maggioranza o di altre categorie, ma riguardano gli interessi dell'Italia e degli italiani. Auspico che l'opposizione voglia uscire dai panni stretti che finora ha indossato, nel dire sempre no e essere sempre contro e voglia con noi partecipare all'attuazione di queste misure che servono all'Europa, e servono anche all'opposizione. Quelle introdotte non sono così negative come in Grecia, dove ricordo ci sono state misure che hanno riguardato addirittura il licenziamento di un numero importante di impiegati pubblici, la diminuzione del 25% degli stipendi. Nulla di tutto questo da noi. Da noi c'è solo la mobilità e la possibilità che degli impiegati pubblici siano messi in cassa di integrazione per dei periodi limitati.

Anche Bossi scrivevo all’inizio, è contro i gufi della sinistra: "Il Cav ha agito bene, si va avanti"...Il leader della Lega considera positivo il giudizio dell'Unione europea sulla lettera di intenti inviata dall'esecutivo. "Se non avessimo risposto nel modo giusto all’Europa sulle pensioni saremo andati subito al voto, ma Berlusconi ha risposto nel modo giusto". Poi bacchetta Tremonti: "Sulla lettera si è defilato, ma resto suo amico".

L’opposizione? Beh, come al solito sperava nella débâcle. E invece il Cav convince Bruxelles: nel piano innalzamento dell’età pensionabile e meno vincoli ai licenziamenti. È la strada delle riforme liberali. Avanti così!!!



Saluti azzurri

venerdì, ottobre 28, 2011

Pdl, rifondare il partito guardando al mondo cattolico



Parliamo di mondo cattolico e partiti. In apertura del Forum di Todi, il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco (in foto), ha richiamato l’attenzione sui «principi non negoziabili». L’inizio e la fine della vita umana, ha detto, la donna nel matrimonio, la libertà religiosa ed educativa sono principi non negoziabili in quanto costituiscono le «sorgenti stesse dell’uomo». Più esplicitamente, «mentre su molte questioni si deve procedere attraverso mediazioni o buoni compromessi, ci sono valori che, per il contenuto loro proprio, difficilmente sopportano mediazioni per quanto volenterose, giacché questi valori non sono né quantificabili né parcellizzabili, pena trovarsi di fatto negati». Le parole del cardinale sono illuminanti. Sentenze come quella recente della Corte europea di giustizia, del resto, che ha vietato la brevettabilità per utilizzazioni di embrioni umani a fini industriali e commerciali dimostrano che anche l’Europa si sta muovendo lungo una piattaforma comune. I giudici hanno opportunamente interpretato la direttiva sul brevetto nel rispetto della dignità umana, che deve esistere a qualunque stadio di sviluppo della persona, embrione compreso.

Ci ritroviamo in un momento storico, con il Pdl che intende rifondare il partito guardando al Ppe. Secondo me, già oggi quello è un modello di riferimento che funziona. La convergenza sui valori non negoziabili trova e deve pertanto trovare un naturale riferimento nella casa comune dei moderati. Il segretario Angelino Alfano del resto ha ribadito che i cattolici già oggi hanno trovato nel Pdl un partito che ha sempre difeso i loro valori «non a chiacchiere o a parole, ma con leggi sulla vita, la famiglia e tutto ciò che attiene ad un sistema di valori». Non si tratta, però, di rifare un partito confessionale, tutt’altro. Noi vogliamo una casa comune che su valori cristiani aggreghi varie anime, quella popolare, socialista, liberaldemocratica, riformista. Un partito che crede nella difesa incondizionata della dignità di ogni singola persona umana, nella famiglia, nella comunità. Che vuole più società e meno Stato, che difende l’impresa, il lavoratore e non il posto di lavoro, che crede nella sussidiarietà, nella libera istruzione, nella responsabilità di chi amministra e dunque nel federalismo solidale, nel merito come condizione per tornare a crescere.
Stiamo portando avanti l’idea di un partito che dia spazio e sostegno ai giovani. Ma i giovani hanno bisogno anche di valori che scaldino i cuori. E non possono essere il relativismo etico o peggio il nichilismo. Le nuove generazioni hanno bisogno di avere una visione della società, capire dove si sta andando, cosa si sta costruendo. Ecco allora l’importanza dei cattolici nel Pdl a dare linfa e sostanza alla politica del fare. Guardiamo al futuro nel solco della migliore tradizione, quella di Don Sturzo e De Gasperi.


Giuseppe Sagliocco Pdl - Lodi

lunedì, ottobre 24, 2011

Bisogna sconfiggere la strategia della paralisi



Che sia chiaro: sconfiggere la strategia della paralisi e del pessismismo, solita e aggiungerei praticamente unica strategia usata dalla sinistra, si farà. Lo faremo con il decreto sviluppo, che deve essere il mattone che intendiamo mettere nella costruzione del muro contro la sfiducia. Il pareggio di bilancio ci sarà. Il nostro sistema di credito sarà protetto sia dall'intervento necessario del sistema economico e monetario in cui siamo onorevolmente inseriti fin dalla sua fondazione, sia dalla ripartenza del Paese. "Continueremo a lavorare nell'interesse delle famiglie e delle imprese per il bene dell'Italia, anche se contro di noi è stata montata una campagna di inusitata violenza da un'opposizione unita solo dall'antiberlusconismo, ma divisa su tutto, a partire dall'economia: basti pensare che il suo primo atto di governo sarebbe quello di respingere al mittente la lettera della Banca centrale europea" chiosa il Presidente del Consiglio Berlusconi.

Ecco, secondo me oggi il nostro primo compito, il nostro primo dovere è di mettere l'Italia al riparo dalla crisi economica e di farlo tutelando i risparmi e gli interessi delle famiglie e delle imprese ed assumendoci la responsabilità delle nostre scelte, diversamente da un Governo tecnico, che mai si sottoporrebbe al giudizio degli elettori. Niente da dire....il governo ha perseguito questo obiettivo con una manovra impegnativa e dolorosa, che garantisce per la prima volta il pareggio di bilancio entro il 2013, un traguardo inimmaginabile fino a poco tempo fa, che è giusto diventi un impegno vincolante anche per il futuro, con una specifica clausola inserita nella nostra Costituzione.

A chi ci chiede di fare un passo indietro rispondiamo chiaramente che mai come in questo momento sentiamo la responsabilità di non accondiscendere a questa richiesta, non per preservare dei poteri, ma nella convinzione che, oggi, questo Governo non abbia alternative credibili e che le elezioni anticipate non sarebbero una soluzione per i problemi che abbiamo. Mi domando: c'è qualche persona di buon senso che può veramente credere che un Governo tecnico avrebbe più forza di un Governo democraticamente legittimato, come lo è il nostro, nell'assumere quelle decisioni difficili, a volte impopolari, che la crisi impone?

Noi dobbiamo dunque utilizzare al meglio la parte restante della legislatura per completare il risanamento del Paese, per avviare una fase strutturale di crescita e per completare il nostro programma di riforme, riforme che sono necessarie ed indispensabili per la modernizzazione del Paese. Quali sono queste riforme lo sapete, sono già approvate dal Governo e alla vostra attenzione: la riforma dell'architettura istituzionale dello Stato, indispensabile per consentire a chi governa di agire con la rapidità e l'efficienza imposte dai tempi e per dare voce ai territori, attraverso un'adeguata rappresentanza nel Senato federale; la riforma del fisco, per ridurre il carico tributario sui soliti noti e portare gli evasori nell'area dei contribuenti virtuosi; la riforma della giustizia, per realizzare una giustizia giusta, al servizio del cittadino e porre fine all'uso politicizzato che da troppo tempo ne viene fatto.

Occorre quindi, che le opposizioni esercitano un legittimo diritto-dovere di critica, anche aspra, ma non concentrato unicamente in funzione anti premier, il quale è vittima di una campagna demolitoria aiutata dalle calunnie di cui è autore un circuito mediatico-giudiziario; peccato che le opposizioni tutte, infatti, non abbiano né un Esecutivo di ricambio né un programma definito da proporre agli elettori!! Infine, una crisi di Governo al buio oggi determinerebbe la vittoria del partito declinista, catastrofista, speculativo, in azione da mesi in Europa e in Italia. Noi siamo qui, e con me una maggioranza politicamente coesa, al di là degli incidenti d'Aula, per testimoniare che l'Italia ce la fa, ce la farà, e può rilanciarsi battendo la strategia del pessimismo.


Saluti azzurri

martedì, ottobre 11, 2011

Questo è il momento di difendere Berlusconi



Tutti gli elettori del Pdl adesso devono trovare l’orgoglio ed il coraggio di non abbandonare al suo destino chi ha dato molto della sua vita per il bene dell’Italia. E’ un vigliacco traditore chi pensa di abbandonarlo per salire sul carro del nuovo vincitore. Ci ha dato, tra le altre cose in tutti questi anni, il bipolarismo e con esso una nuova trasparenza nelle scelte dei cittadini.


Il suo sogno resta di fare del Pdl un partito simile al Ppe (Partito Popolare Europeo), guidato dal suo delfino Angelino Alfano. L’Italia intera gli deve riconoscenza per avere evitato la catastrofe con la sua discesa in campo nel 1994. Per questo le “lobby” ed i “poteri forti occulti” gli si sono schierati ferocemente contro boicottando con ogni mezzo il “rinnovamento” dell’Italia. Questa avventura politica gli e’ costata carissima anche in termini di soldi: circa un miliardo di euro pagati ai suoi avvocati per difendersi dai numerosi “forsennati assalti” della magistratura e per quanto pagato “ingiustamente” a Carlo De Benedetti. E’ stato persino spiato dal buco della serratura della sua camera da letto da guardoni che poi hanno fatto scempio della sua vita privata.


Ma cosa saremmo venuti a conoscere se la magistratura avesse guardato anche nel “buco della serratura” delle camere da letto di Nichi Vendola, Rosy Bindi, Pierluigi Bersani, Antonio Di Pietro, Pierferdinando Casini, Gianfranco Fini e di tanti altri “verginelli”? E’ nel momento del bisogno che si riconoscono i veri amici ed i fedeli sostenitori, ed e’ questo il momento in cui non bisogna abbandonare un uomo che sta pagando per il suo tentativo di rimodernare l’Italia.


Sarebbe da vigliacchi non essere oggi solidali con Berlusconi contro la vergognosa macchina del fango e dell’ingiustizia di una magistratura politicizzata che, pur di raggiungere i propri obbiettivi, calpesta le leggi che dovrebbe applicare. E’ questo tipo di magistratura, e non Berlusconi, a disonorare l’Italia!! A Berlusconi si possono muovere molte accuse, come quella di non essere stato “prudente” nella sua vita privata, ma la voce che gira nel Pdl è che sia a volte troppo “ingenuo”; poi non è riuscito a varare le maggiori riforme che gli italiani attendono da tempo, anche a causa dei problemi creatigli ad arte dai pm di parte…Ma questo insuccesso non e’ del tutto dipeso da lui, sono state mille le “resistenze” di personaggi della prima Repubblica (lungo sarebbe l’elenco con Gianfranco Fini in testa), della magistratura, delle “lobby” e dei “poteri forti occulti” che gli hanno sbarrato la strada impedendoglielo.


Intanto il bipolarismo in Italia come anticipato in apertura, si deve a lui…C’e ancora tempo per varare alcune importanti riforme e c’e’ la certezza che la maggioranza rimanga unita come ha sempre dimostrato in questi ultimi mesi per approvarle. L’approvazione di queste riforme farà recuperare al Pdl gli elettori che si sono allontanati. Ma in questo momento tutti gli elettori del Pdl dovranno trovare l’orgoglio ed il coraggio di non abbandonare al suo destino chi ha dato molto della sua vita per il bene dell’Italia. Quando la battaglia si fa dura e quando tutto sembra che possa essere perduto e’ il momento del coraggio e della lealtà per difendere Berlusconi. E’ un vigliacco traditore chi pensa di abbandonarlo per salire sul carro del nuovo vincitore.




Grazie


Giuseppe Sagliocco
Componente direttivo cittadino P.D.L.
Popolo della Libertà - Lodi
giuseppe.sagliocco@gmail.com

giovedì, ottobre 06, 2011

Referendum sulla legge elettorale? Una truffa!!


La gente ha firmato contro la casta e i costi della politica, per tagliare, rinnovare e per scegliere i suoi rappre­sentanti mentre il referendum non serve a tutto questo. Il suo unico effetto è incartare il go­verno, costringerlo alla resa o al­le elezioni anticipate.
Il referendum sulla legge elettorale è una truffa perché viene venduto per ciò che non è.

Dalle urne de­ve uscire una maggioranza ve­ra, in grado di go­vernare. Allora serve il premio di maggioranza su base nazionale, alla Camera co­me al Senato. La coalizione che prende un voto in più a livello nazio­nale ha i numeri per governare (per esempio ot­tiene il 55% dei seggi). Per ora resta l’indicazione del premier, ma in prospettiva si do­vrebbe arrivare all’elezione di­retta del capo del governo, por­tando a coerenza il sistema elet­torale inaugurato dai sindaci.

I cittadini scelgono i loro rappresentanti, magari tornando all’uninomi­nale, ma devono poter votare persone abbinate a partiti e non partiti e basta. Anzi per migliora­re la rappresentanza, sarebbe auspicabile prevedere il diritto di tribuna, ovvero una piccola quota del Parlamento (esem­pio, il 5 per cento) suddiviso tra piccoli e irriducibili partiti mino­ri. Garantito il premio di maggio­ranza, non c’è da temere se ci sa­ranno tre quattro partiti, con una minima soglia, fuori dal bi­polarismo.

E poi sfiducia costruttiva, ovvero puoi sfiduciare un governo solo se hai un’alternativa di maggio­ranza in Parlamento. Dunque si resta nel maggioritario e in un si­stema bipolare, non bipartitico. Ma la priorità da tutelare è avere governi stabili e duraturi, non il bipolarismo, che semmai è una conseguenza.

Va infine appro­vata in via definitiva una legge che dimezzi o perlomeno tagli drasticamente il numero dei par­lamentari. Il progetto finale è di eliminare il doppione bicamera­le; intanto però tagliare i costi, i peones e le relative pesantezze della casta. Per poi procedere al­lo stesso modo in tutto il paese, a livello locale.

Queste proposte, che accolgo­no anche proposte di legge delle opposizioni, andrebbero porta­te presto in Parlamento dal parti­to di maggioranza relativa, il Pdl, e aperte al voto di tutti. Cer­to, spaccano le coalizioni, avran­no l’ostilità di proporzionalisti, doppioturnisti, malpancisti di ogni risma. Ma è l’unica via per sbloccare il sistema e lanciare un messaggio forte al paese.


Saluti azzurri

lunedì, ottobre 03, 2011

Si parla di...referendum e legge elettorale



Chiariamo bene le cose e sgombriamo subito il campo dagli equivoci e dalle facili strumentalizzazioni da parte della sinistra e in particolare da parte del Pd: il Pdl e’ pronto a un confronto sulla legge elettorale partendo dal presupposto che non si deve sottrarre al cittadino il diritto di scegliere la coalizione, il programma di governo, il leader dell’esecutivo. Il segretario Alfano si è infatti detto favorevole a una modifica del 'Porcellum', che prevede l'introduzione delle preferenze. Si dunque, ma solo a certe condizioni: non tollereremo che con la scusa di eleggere il candidato venga tolto il voto per indicare il presidente del Consiglio.
Siamo infatti perche' venga salvaguardato il piu' grande risultato della Seconda Repubblica, quello della democrazia trasparente, con i cittadini che sanno chi sara' il premier quando votano una determinata coalizione.

A sinistra però hanno omesso (volontariamente???) di spiegare alle persone che hanno scelto di lasciare una firma per i referendum, che la legge elettorale precedentemente vigente e oggi abrogata, quella dove cioè i partiti vanno a prendersi i voti ognuno per se mettendoci la faccia e quindi collocando gli uomini nei vari collegi affinchè possano essere SCELTI (tutto giusto fin qui...) sostanzialmente non dicendo alla gente che non sarà più possibile, abrogando la attuale legge elettorale, conoscere e poter scegliere prima (e non dopo le elezioni)chi sarà il candidato premier…. L'DEALE SAREBBE UN GIUSTO COMPROMESSO TRA VECCHIA E NUOVA LEGGE ELETTORALE....

Continuo a sostenere che si tratti, così come è di un ritorno al passato, sbaglierò.....ma il ritorno al proporzionale, senza premio di maggioranza, con soglia al 4% e un Presidente della Repubblica che potrebbe decidere chi vuole per un mandato esplorativo!

Anche il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo nel dibattito sulla riforma elettorale ha, in merito alla proposta della Lega di tornare all'uninominale del Mattarellum, ha evidenziato come: ''Il collegio uninominale non fa scegliere perche' hai un solo candidato per quel partito: o mangio quella minestra o mi butto dalla finestra. La sua proposta e' semplice: introduciamo le preferenze e l'attuale sistema da porcellum diventa 'perfettellum'. C'e' gia' il premio di maggioranza e la scelta del premier. Ed evitiamo il referendum….

Molti dentro la Lega sono però convinti che la questione referendum sia tutto fumo negli occhi, perché probabilmente verrà dichiarato incostituzionale dalla Corte. L’abrogazione dell’attuale sistema elettorale infatti non comporterebbe automaticamente il ritorno in vigore di quella precedente, che è stata a sua volta abrogata dal Parlamento, e dunque è come se non esistesse. Questo è il parere di illustri costituzionalisti, cosa che i partiti sanno bene e nella Lega molti danno quasi per certo. Prima le riforme costituzionali poi la legge elettorale. La linea ufficiale del centrodestra è questa, e visto il tempo che ci vuole per le leggi in doppia lettura, significa praticamente dare l’ok al referendum. Ma sotto sotto un’idea per fermare lo spoglio c’è. Ovvero, varare una leggina che porti le preferenze nell’attuale “porcellum”.

L’avvio nel centrodestra di una commissione che si occupi della legge elettorale, nel quadro delle riforme proposte da Calderoli, sembra essere per ora la risposta che Berlusconi è pronto a dare per frenare le tensioni crescenti. Una commissione che dovrà comunque lavorare, secondo il Cavaliere, su una legge che garantisca il bipolarismo e la scelta da parte degli elettori del premier. Giusto così…NON è vero SINCERI DEMOCRATICI?
Grazie





GIUSEPPE SAGLIOCCO
COMPONENTE DIRETTIVO CITTADINO P.D.L.
POPOLO DELLA LIBERTA’ – LODI
giuseppe.sagliocco@gmail.com

martedì, settembre 27, 2011

La vera origine del debito pubblico italiano.


Una voragine attuale che è figlia degli errori del passato. Il debito pubblico fu favorito da una sentenza del 1966 della Consulta, che scardinò l’art. 81 della Costituzione, affermando che nuove opere si possono coprire anche “con la previsione di maggiori entrate”, e in questo modo si autorizzava la spesa “in deficit” che l’art. 81 della Costituzione italiana vietava.

Quindi il primo passo verso la normalità sarebbe restaurare l’art. 81 della Costituzione.

In base a questa sentenza, il rapporto Debito Pubblico/Pil è passato in 20 anni dal 54% al 121,8% ed esattamente ciò è accaduto dal 1976 al 1994.

Quelli che parteciparono al saccheggio delle finanze pubbliche furono una decina, di cui cinque ancora in vita e cioè parliamo dei vari Andreotti, Cossiga, Forlani, Spadolini, Fanfani, Craxi, Gava, De Mita, Amato e Ciampi.
Per la verità, Forlani e Gava non ebbero il tempo materiale di avviare una politica economica. Tra quelli che fecero crescere di più il debito pubblico troviamo Andreotti e Craxi con il 23,6% in più, seguiti da Amato (+ 10,4%), Fanfani (+9%), Ciampi (+6,2).

Espansione della spesa pubblica e recessione economica, scala mobile, aumenti contrattuali e spese enormi per le aziende di stato (Iri, Eni, Enel, Efim) furono le cause politico-economiche del deficit finanziato in parte con il ricorso al debito pubblico tramite Bot, Btp, Cct che furono “inventati” proprio alla fine degli anni 70.

Svalutando la lira per favorire l’export si ebbe una inflazione a doppia cifra, mal vista dalla Comunità Economica Europea e dal Fondo Monetario Internazionale. La spesa non servì a finanziare la crescita economica frenata pure da tassi di assenteismo nelle fabbriche straordinario (Fiat circa al 10%!!).

La limitazione dei punti di contingenza, fatta dal governo Craxi limitò solo in parte la caduta.
Il colpo finale lo diede la riforma delle pensioni del 1989 che previde che lo Stato dovesse finanziare la previdenza.

Quindi, il debito pubblico attuale è quasi tutto una eredità di quel ventennio. Grazie, cari politici della Prima Repubblica….

P.S. Meditate, cornacchie del malaugurio sinistre, poichè per una volta non potrete addebitare "qualsiasi cosa" come usate fare, al Presidente del Consiglio in carica. O si?


Saluti azzurri

giovedì, settembre 15, 2011

Manovra finanziaria 2011: verità e strumentalizzazioni

Con la manovra economica finanziaria, in questi giorni sono state poste le premesse perché l’Italia raggiunga il pareggio di bilancio entro il 2013. Lo raggiungerà per la prima volta nella storia a partire dal 1876, ed è questo un dato che ci fa capire come l’Italia abbia vissuto per troppo tempo al di sopra delle proprie risorse; questo soprattutto per colpa dell’enorme debito accumulato negli anni del consociativismo catto-comunista, che dal 1980 al 1992 ha moltiplicato per molte volte il debito dello Stato. La manovra ci è stata chiesta dall’Europa, dalla BCE, ci è stata imposta in tempi molto stretti dai mercati, questo è bene tenerlo presente per evitare strumentalizzazioni e falsità, da parte della opposizione, che ci costringono a rassicurare le istituzioni Ue sui contenuti della manovra.


Difatti, il Parlamento approvera' una manovra per 54 miliardi e il voto rappresenta un segnale importante, perche' i saldi di finanza pubblica sono stati migliorati nel passaggio parlamentare. Non c'e' stata nessuna retromarcia nel percorso di approvazione. In tre giorni e mezzo è stata formulata una manovra pari a 5 punti di Pil e sono stati raccolti i suggerimenti di tutti, anche da parte del Pd. Il Presidente Napolitano ha spinto perché venisse “portata a casa” la manovra che ci è stata chiesta dall’ Europa, in tempi brevi e con la speranza (vana) di una collaborazione da parte della opposizione; egli ha firmato il decreto e ha affermato che "E' molto importante l'apprezzamento in sede europea" (voglio aggiungere che non esistono manovre perfette, ma solo buone manovre…)


“L'opposizione critica la manovra con l'unico desiderio di dare una spallata al governo senza capire che darebbe una spallata all'Italia e con la chiara intenzione di rovinare l'immagine del presidente del Consiglio ma cosi' invece rovina l'Italia...” ha affermato il Presidente Berlusconi, dopo l'incontro con il presidente del Consiglio della Ue, Van Rompuy a Bruxelles in mattinata. Nel pomeriggio invece, il premier è volato a Strasburgo per incontrare il capo della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, e quello dell`Europarlamento Jerzy Buzek.


Nel merito, penso che l’Italia e il suo governo abbia lavorato bene per rendere la manovra più equa possibile, sia pure con il necessario rigore. Il ritocco dell’Iva di un punto dal venti al ventuno non colpisce i beni di prima necessità. Soltanto ai contribuenti più facoltosi, dai trecentomila euro in su, è stato chiesto un onere del tre per cento in più sino a quando non avremo raggiunto il pareggio di bilancio.


I costi della politica saranno ridotti con varie misure, su tutte ricordo l’abolizione delle province. A breve, tra un paio di giorni, ci sarà un decreto sul dimezzamento del numero dei parlamentari. Il pareggio di bilancio diventerà un obbligo stringente posto dalla Costituzione. In questo modo sono stati tutelati i risparmi delle famiglie ed esentati dai sacrifici le fasce sociali più deboli.





Giuseppe Sagliocco
Componente direttivo cittadino
Popolo della Libertà – Lodi
giuseppe.sagliocco@gmail.com

mercoledì, settembre 07, 2011

Sciopero del 6 Settembre: Flop della CGIL



Il Giornale sottovaluta. In realtà, al comizio di Roma, c'erano non meno di ottantacinque milioni di italiani, sembra che li abbia contati personalmente Susanna Camusso (oggi chissà se l'operaio che ha scioperato e perso 70/80 euro e' piu' felice? La Camusso sicuramente si, ha avuto il suo momento di gloria). Più alcune decine di milioni di extracomunitari. Nascoste, ma c'erano, anche numerose delegazioni di compagni provenienti da pianeti, e da lontane galassie. In tutto il mondo, miliardi di persone si sono associate, fermandosi simbolicamente anche se non contemporaneamente, per alcuni secondi e alcuni persino per tre o quattro secondi, seppure intervallati. Sottostimate anche le cifre dei partecipanti allo sciopero. Ha scioperato almeno il 213% degli italiani, casalinghe e neonati compresi. E poi, siamo sinceri, complessivamente, quanti sono stati gli italiani che, anche se non erano a Roma, hanno pensato, intensamente, molto intensamente, alla Cgil di Camusso?

Scherzi a parte...Il flop non è stata la partecipazione allo sciopero, ma la scelta di seguire questa garibaldina del nuovo millennio che ha perso il traghetto Genova-Marsala più di centocinquan'anni fa!

Si sono dimostrati ciò che sono da settant'anni in qua: sfasciatori del nostro Paese creando cosi più povertà e più scontento. Il comunismo secondo loro è la salvezza del mondo. Però adesso hanno cambiato tattica e invece di passare alla storia come assassini dei fratelli ricorrono alla creazione di guerre civili cosi ogni popolo ci pensa da solo...

In tempi non sospetti l'avevo già scritto che sarebbe stato lo sciopero dei pensionati,dei cassa integrati e dei centri sociali. Ai pensionati e cassaintegrati hanno dato il kit d'ordinanza (cappellini,fischietto e bandiera). I veri lavoratori, che sono intelligenti a differenza di chi voleva farli scioperare, sono andati regolarmente al lavoro. I centri sociali scendono in campo solo per fare chiasso o come a Napoli per lanciare di tutto contro la polizia. Tra l'altro non dimentichiamo che questi signori son portati in palmo di mano da gente come PISAPIA, DE MAGISTRIS e VENDOLA.

Per fortuna c'è gente che ragiona ancora. Anche gli operai e dipendenti pubblici con i tempi che corrono, hanno capito da che parte arriva il pane. La domanda è logica. Cosa si poteva ottenere da questo sciopero? Il nulla, solo qualche chilo di crisi in più sul groppone. Non hanno capito che la Camusso deve prendere i gradi altrimenti passerebbe alla storia come una pappamolla. E Bersani, Vendola e Di Pietro a braccetto a fare la festa allo zio morente. Bel modo di affrontare la crisi !

Ma quando gli operai e gli impiegati che tirano la carretta tutti i giorni si renderanno conto che con i loro soldi mantengono più di 700.000 delegati sindacali, che non mettono mai piede in fabbrica o negli uffici e passano le giornate a fare i cavoli loro, e quando si renderanno conto che la Camusso, dalla facoltà di Archeologia è passata direttamente al Sindacato, senza mai aver lavorato veramente un solo giorno, vorrà dire che avranno compreso cosa sono i Sindacati e i Sindacalisti.


Saluti azzurri

domenica, agosto 28, 2011

Anche Casini sostiene “gli obiettivi nobili della sinistra”?




Rispondo a una incauta lettrice che dimostra di avere le idee confuse quanto il suo capo Casini, e si mette a sostenere come fa Casini “gli obiettivi nobili della sinistra”:

occorre premettere che prima della discesa di Berlusconi in politica, avvenuta circa 16 anni fa, furono invitati a mettersi alla testa delle residue “forze democratiche” (dc, pli, psdi, psi, pri) l'ex Dc, On.le Mario Segni sull'onda del successo del Referendum abrogativo del 1991 con il movimento dei Popolari per la Riforma, per promuovere i referendum per la modifica della legge elettorale da proporzionale in maggioritaria.

Segni abbandonò la DC, indebolita dall'inchiesta Mani Pulite, per promuovere un referendum che cambiasse la legge elettorale. Grazie all'appoggio di alcuni leader del centrosinistra italiano, tra cui Achille Occhetto, la consultazione del '93 superò il quorum e si concluse con la vittoria del sì. In breve tempo Mario Segni divenne uno dei leader politici più amati ed apprezzati dall'elettorato italiano; secondo alcuni avrebbe potuto facilmente candidarsi come Presidente del Consiglio dei ministri.

Tuttavia Segni non seppe sfruttare il momento favorevole. Dopo questa autorevole personalità entro in gioco Silvio Berlusconi, spinto anche dalla quasi totalità degli industriali.

Il Cavaliere impedì che il Partito Comunista Italiano andasse al potere e costrinse in pochi mesi alla disfatta le armate di Occhetto; l’italia aveva bisogno di un capo (Cesare) che si occupasse di politica per respingere le forze comuniste che tramite l’operazione di una parte della magistratura, stavano per impadronirsi del potere, laddove il comunismo andava scomparendo in tutto il mondo, tranne in poche realtà.

Il Presidente del Consiglio si è occupato della Polis tanto è vero che è sulla scena politica da moltissimi anni e con risultati numerici e di consenso eccezionali, seppur come è normale che sia, con modi e tempi altalenanti.

Ma perchè prima di entrare in politica non aveva avuto nessun avviso di garanzia, invece successivamente è stato subissato da richieste di procedimenti?

Probabilmente perchè aveva sparigliato le carte che dovevano portare il PCI al potere...guarda caso l’unico partito non spazzato via da una piccola ma agguerrita e faziosa parte della magistratura.

Quando mai il capo del governo si è avvicinato alla eucarestia, essendo divorziato? Chi lo dice come fa ad affermarlo con certezza? Per farlo dovrebbero venire a mancare le due ex consorti da cui è separato!

Ma qual’è la politica che tanto piace alla sua lettrice, Egregio Direttore?

Quella di Casini non si riesce a capire: parla di allearsi con Fini e Rutelli ex radicale, che sostengono l’eutanasia e la omosessualità. E proprio di questi giorni un richiamo del cardinale Ruini sulla questione...dice che non intende allearsi con Pd Idv e Sel di Vendola (ma l’autrice della lettera “Ammirazione che sconfina nell’adorazione”....lo farebbe).

Puo’ arrivare a costruire questa “terza gamba” del 12% circa in tutto, ma certo Casini si accomodi pure.

Ma poi, con questa terza gamba dove pensa di andare?

La rincorsa del potere per il potere è un male comune di Fini e Casini, come già scritto in altra occasione, ma il Casini dei “due forni” è in giunta regionale in Campania Calabria e Sicilia e da buon pavone, si pavoneggia dicendo di essere all’opposizione.

Quando si è alleato con Berlusconi è entrato al governo e in tanti enti locali, cosa che non è avvenuta in Piemonte, da alleato con la ex Bresso del Pd, o come in Veneto, venendo sconfitto sonoramente.

Troppo comodo affermare che attuare la politica dei due forni, cioè stare di qua o di la, voglia dire riconoscere ciò che c’è di bene e di male in ogni schieramento politico. L’Udc non è stata sempre all’opposizione in questi ultimi 4 anni semplicemente perchè il potere e le poltrone lo ha cercato (e trovato) un po qui, un po la...elemosinando a destra e a manca; Del resto Casini, ex allievo di Forlani, uno che per la ricerca di una politica con la sinistra assieme a Moro Zaccagnini ecc, porto’ i residui della Dc sconfitta dai giudici della sinistra, in buona parte ad allearsi con gli ex avversari di una volta, il Pci.

La Dc ha contribuito alla “ricostruzione” dell’italia, assieme a partiti come Pli, Pri Psdi e Psi ma molti dei suoi eredi secondo me, hanno tradito i padri fondatori, quali Sturzo De Gasperi ecc.

La deteriore politica dei due forni (o del tenere il piede in entrambe le scarpe) ebbe un fautore straordinario in Andreotti, che da par suo riusciva anche a spiegare, si fa per dire, quel tipo di politica, ma i due forni per Casini sono solo bassa politica o meglio non politica, al seguito della sinistra o della destra per questioni di opportunita’ (potere).

Spero di non dover tornare piu su questi argomenti, perchè non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, ne peggior cieco di chi non non vuol vedere.

giovedì, agosto 04, 2011

Lettera aperta al Segretario Alfano



Caro Segretario Angelino Alfano,


i nostri valori indicano la nostra meta. Sono quelli che il Presidente Berlusconi ha sempre richiamato fin dalla sua discesa in campo nel gennaio 1994, e vanno oltre di noi perché esistono prima di noi e continueranno a essere dopo di noi, in quanto sono il fondamento della nostra civiltà, quella legge naturale scritta nel cuore di ogni essere umano: la dignità della persona, il rispetto della vita, la famiglia, la difesa e la promozione della libertà in tutti i settori, l’attenzione verso i più deboli, quel principio di sussidiarietà che significa riconoscere e valorizzare le forze vitali della società e far fare allo Stato unicamente i compiti che servono a promuovere il bene comune. I giovani della “Generazione Berlusconi” ma non solo, sono in difficoltà. Di fronte a noi troviamo molto disfattismo e altrettanto immobilismo. Tutto l’esatto contrario di quello che dal 1994 ci ha insegnato il nostro Presidente. La nostra generazione non chiede spazi o posti, ma chiede solo di potersi confrontare e di poter soprattutto "Fare".

Si torni a fare politica, a parlare di governo, di riforme, di ideali, di passione! La politica deve essere passione e non un mestiere!

Caro Segretario Alfano, noi tutti abbiamo fiducia in Lei e crediamo che non ci sarebbe potuta essere scelta più felice e condivisa nel Pdl. Il Presidente Berlusconi, assieme a Lei riscriva le regole del gioco. Lei è l’unico in grado di rilanciare in questo sistema paralizzato di coordinamenti, burocrazia e segreterie di partito. Noi moderati del centrodestra, liberali laici ma anche cattolici in più della sinistra abbiamo I VALORI....come lei ha detto benissimo nel suo discorso di insediamento. Senza il costante riferimento e approfondimento di questi valori e della loro possibile declinazione in concreta attività di governo, la politica degenera in mera gestione del potere, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Lei è l’unico che può buttare lo sguardo ed il cuore oltre l’ostacolo. Lei Segretario Alfano è l’unico in grado di ridare speranza a tanti giovani, ma anche a chi come me ha ormai superati i 40, e si impegna di più e sempre nelle piazze tra la gente, nei consigli comunali delle diverse città italiane, nelle scuole da sempre "rivolte" a sinistra e pur tra gli estremismi e gli ostacoli di ogni genere. Abbiamo bisogno che lei ci faccia amare questo PDL e Il primo passo per organizzare il PDL consiste nel dotarlo di regole che siano in grado di farne una casa accogliente, aperta a tutti.
Ci siamo dati da qui a fine legislatura l’obiettivo di approvare tre grandi riforme: istituzionale, fiscale e della giustizia, nonché il Piano per il Sud? Bene.
Queste riforme si uniscono a quelle già in essere e in via di completamento: scuola, università, federalismo fiscale, pubblica amministrazione e servizi on line, pensioni, giustizia civile, codice antimafia, codice del turismo. A questo sommario elenco vanno aggiunte tutte le misure anticrisi messe in campo per le famiglie, i lavoratori e le imprese e, fondamentale, la messa in sicurezza dei conti pubblici, senza la quale il nostro paese avrebbe rischiato il fallimento.
Di questo tutti noi del Popolo della Libertà dobbiamo essere consapevoli e orgogliosi.


Perdoni lo sfogo, ma questo è lo sfogo di tanti che come me credono che la militanza, la meritocrazia e il fattore “B”, debbano tornare a vivere e vincere, grazie anche a Lei!!
Questo partito caro Segretario, così com' era non ci piaceva più; non ci piace il sistema delle tessere che ci fa fare un salto all'indietro come quando chi "comandava" nei vari partiti era quello che aveva più soldi da spendere per "fare le tessere". Di questo partito non ci piace nemmeno il criterio della selezione della classe dirigente. Non può essere che un coordinatore scelga arbitrariamente questa candidatura o quella. Passione, valori, organizzazione, governo sono le fondamenta sulle quali edificare un PDL forte, coeso, aperto e al servizio di tutti gli italiani. Valori, organizzazione e attività di governo sono le fondamenta sulle quali dobbiamo costruire e preparare la vittoria alle elezioni politiche del 2013.
Una vittoria che non vale per se stessa ma è lo strumento attraverso il quale completare le tante riforme che stiamo attuando in questi anni, gli interventi per superare compiutamente la crisi globale della quale siamo stati e siamo colpiti, superare definitivamente alcuni storici ritardi accumulati dal nostro Paese.
Grazie per quanto farà, auguri per il duro lavoro che l'attende e saluti affettuosi di vera stima.


Giuseppe Sagliocco
Componente direttivo cittadino
Popolo della Libertà Lodi

giovedì, luglio 28, 2011

Urgenze e priorità per le riforme



In un Paese come l’Italia, stretto dalla morsa dell’ideologia ambientalista (per cui diventa impossibile costruire discariche, centrali nucleari, rigassificatori, termovalorizzatori, autostrade, ferrovie e ponti), ogni tentativo di seria riforma inciampa in ostacoli insormontabili, che solo la determinazione ed il coraggio di Silvio Berlusconi possono arditamente superare.

Ecco allora che la riforma istituzionale si presenta come la terapia per il sistema Italia: occorre quindi abbandonare il bicameralismo perfetto trasformando il Senato in un Senato federale delle regioni, cioè costituito dai rappresentanti delle regioni, come il Senato statunitense è composto dai rappresentanti dei singoli Stati.

Si dovrebbe decisamente virare verso una forma di Premierato, cioè di rimodulazione dei poteri e delle prerogative (allargati in taluni casi, diminuiti in tal’altri) del Presidente del Consiglio in particolare e del Governo in generale. Dalle prime indiscrezioni sul progetto di riforma sarebbe certo questo punto, con la possibilità, per il Capo del Governo, di nominare e revocare i ministri, sottraendo così l’azione di Governo alle logiche particolaristiche e campanilistiche delle varie fazioni politiche chiamate a comporre l’Esecutivo, garantendo all’un tempo una migliore efficacia nell’azione di Governo e una più seria e stabile forma di rappresentanza politica nei confronti dei cittadini.

Una terza urgenza dovrebbe riguardare l’ordinamento giudiziario, causa anch’esso di risentimento sociale ( a causa della ingiustizia e del pressappochismo delle decisioni assunte ), e dei ritardi nella soddisfazione degli interessi e dei diritti dei cittadini, con ulteriore ingolfamento dell’intero Paese.

La quarta e ultima priorità per il sistema Italia, oltre alla riforma istituzionale, è la riforma del regime delle imposte e delle tasse per garantire una reale boccata di ossigeno a tutti i soggetti (imprenditori, artigiani e liberi professionisti) e che è causa primaria del freno alla crescita ed allo sviluppo, come ben sa non solo chi mastica qualche principio di economia liberale, ma soprattutto chi si trova ogni giorno a dover guadagnare una somma della quale quasi il 60% è sottratta dallo Stato.

Saluti azzurri

sabato, luglio 23, 2011

Scuola ed educazione, io la penso così...


Egregio Direttore, mi conceda un pò di spazio per dire la mia su tante pretestuose lettere ed opinioni giunte in redazione e qui pubblicate, di cittadini come me, chiaramente di parte.

Come al solito anche le parole pronunciate sulla scuola pubblica sono state travisate e rovesciate da una sinistra alla ricerca, pressoché ogni giorno e su ogni questione possibile, di polemiche infondate, strumentali e pretestuose.

Desidero chiarire senza possibilità di essere frainteso, la mia posizione sulla scuola: il Governo Berlusconi ha avviato una profonda e storica riforma della scuola e dell'Università, proprio per restituire valore alla scuola pubblica e dignità a tutti gli insegnanti che svolgono un ruolo fondamentale nell'educazione dei nostri figli in cambio di stipendi ancora oggi assolutamente inadeguati.

Questo non significa non poter ricordare e denunciare l'influenza deleteria che nella scuola pubblica hanno avuto e hanno ancora oggi culture politiche, ideologie e interpretazioni della storia che non rispettano la verità e al tempo stesso espropriano la famiglia dalla funzione naturale di partecipare all'educazione dei figli. Le parole del premier, perciò non possono essere in alcun modo interpretate come un attacco alla scuola pubblica, ma al contrario come un richiamo al valore fondamentale della scuola pubblica, che presuppone libertà d'insegnamento ma anche ripudio dell'indottrinamento politico e ideologico.

Educare i figli liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato dove ci sono degli insegnanti (in stragrande maggioranza di sinistra, come è del resto da tutti risaputo...)che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori magari vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell'ambito della loro famiglia. Si tenga conto che non tutti hanno piacere che ai propri figli siano inculcati valori che, vivaddio, non sono stati dalla famiglia stessa "scelti" come valori di riferimento ma da insegnanti che fanno politica...


Cordialmente

Giuseppe Sagliocco

Popolo della Libertà - Lodi

giuseppe.sagliocco@gmail.com