martedì, febbraio 07, 2012

Tutti i nodi del Pd vengono al pettine

Tutti i nodi vengono al pettine, anche quelli del Pd. Conseguenza di quello che è il suo peggior vizio: l’ipocrisia.

Dopo la ricetta Monti, «tasse e ancora tasse», ogni tesi o accusa del Pd è strumentale ed è usata ipocritamente solo per raggiungere l’obiettivo che sta a cuore al partito. La vecchia logica comunista riveduta. E questi cambi repentini non sono mai preceduti da un mea culpa, da una riflessione politico-culturale.Lo scorso anno Bersani & company, concentrati nella crociata pseudomoralistica contro le donnine di Arcore, hanno esaltato in funzione anti Cav una serie di argomenti che avevano come bersaglio il nostro Paese.

All’epoca, infatti, per il Pd le agenzie di rating erano oracoli infallibili che bisognava ascoltare, la politica egoistico-rigorista tedesca un riferimento europeista, lo spread un giudizio di Dio sui governi europei. Insomma, tutto l’armamentario che andava bene per far fuori il Cavaliere, a costo di ridicolizzare il buon nome del Belpaese, era lecito, anzi andava più che bene. Ecco perché andiamo incontro in tempi brevi a una grave crisi di credibilità che può essere risolta nell’unico modo possibile: le elezioni.La rivoluzione liberale che il centro-destra non è riuscito a compiere, e non per colpa di Berlusconi: l’impossibilità di passare dalle intenzioni ai fatti e’ il limite gravissimo del nostro sistema bloccato.

E ancora. Il clima di ostilità totale della macchina da guerra di media, magistratura e opposizione demonizzante.Con Berlusconi presidente del consiglio, i contenuti del suo messaggio politico non avevano importanza alcuna. I media si occupavano ossessivamente soltanto della sua persona.Se la sinistra avesse un minimo di onestà intellettuale, dovrebbe riconoscerlo: oggi siamo tutti berlusconiani. Il centro-destra non è riuscito a portare ad applicazione la propria agenda di riforme. Non ce l’ha fatta per la reazione sproporzionata dei poteri di veto, che trovavano una sponda forse inconsapevole ma complice nell’opinione pubblica informata.

Il berlusconismo avrà perso la battaglia politica, ma ha vinto quella culturale.Il Cavaliere ha fatto tombola: ha dimostrato che il problema è europeo assai più che italiano, ha evitato la guerra civile che si sarebbe scatenata se sotto la sua presidenza l’Italia fosse stata declassata di due punti, se ne sta tranquillo a cuccia facendo la bella figura del leader di una maggioranza che si è sacrificato nell’interesse del Paese, ha tolto i suoi processi dalle prime pagine e se tra qualche settimana anche quello Mills andrà prescritto prima della sentenza di primo grado non vedremo l’esercito nelle strade…e scusate se è poco!!


Giuseppe Sagliocco

Iscritto Popolo della Libertà - Lodi

1 commento:

Antonio Gabriele Fucilone ha detto...

Giuseppe, ho commentato sul mio blog, http://italiaemondo.blogspot.com/2012/02/cosa-significa-essere-di-destra.html.
A sinistra c'è davvero troppa ipocrisia.
Ora, i nodi vengono al pettine.