La sentenza del Tar su De Magistris ha un riflesso politico
immediato: dimostra che il Senato ha agito contro Berlusconi tradendo
disonestamente il diritto, rifiutando l’esistenza di un dubbio di legittimità
costituzionale oggi ammesso da un Tribunale.
La decadenza di Silvio Berlusconi da senatore è una ferita
aperta nella democrazia italiana.
Con una scelta frettolosa, di cui oggi si conferma
l’infondatezza, la sinistra ha tentato di mettere fine all’esperienza politica
del leader di Forza Italia, utilizzando la legge Severino come mezzo per
raggiungere il proprio fine. Non c’è riuscita: Berlusconi continua ad essere il
leader dei moderati italiani e il punto di riferimento per il centrodestra.
Resta, però, la brutta pagina di un’ingiustizia che va sanata e rimane una
legge dagli effetti distorsivi che va superata quanto prima.
A Silvio Berlusconi non fu data la stessa possibilità che é
stata data a Luigi De Magistris, che con una decisione del Tar di Napoli é
stato reintegrato nel suo ruolo. Ruoli diversi e situazioni diverse ma anche
applicazione diversa di una stessa norma. Oggi la politica deve intervenire,
celermente, per sanare la disparità e porre rimedio ad una grave ingiustizia.
In un Paese civile la legge é uguale per tutti.
Una decisione che però conferma la gravissima ingiustizia
compiuta dal Senato nei confronti di Silvio Berlusconi cui non è stata data la
stessa possibilità. Di ciò vi è la grave responsabilità della maggioranza a
guida PD formatasi allora per l’ingiustizia sommaria nei confronti del leader
di Forza Italia.
E’ singolare la scelta del Tar di non limitarsi a sospendere
il procedimento, prevedendo altresì la sospensione dell’efficacia del
provvedimento del Prefetto: una decisione che si traduce, di fatto, nella
disapplicazione di una legge dello Stato vigente, come la Severino.
Evidenti, anche a chi non vuole vedere, l’uso strumentale di
due pesi e due misure pur applicando la stessa legge: in Senato, per Berlusconi, non si è inteso
minimamente mandare gli atti alla Consulta, oggi per l’ex magistrato De
Magistris lo si fa, in base agli stessi principi che abbiamo a lungo invocato,
inascoltati, proprio per Silvio Berlusconi.
Vale la pena chiarire una volta per tutte che il problema è
identico, perché afferisce alla irretroattività di una norma a carattere
sanzionatorio di matrice penale. Insomma, trattandosi di Silvio Berlusconi,
cambiando l’ordine degli addendi, la somma muta.
Siamo felici che per De Magistris ci sia giustizia, ma una
giustizia che c’è solo per qualcuno, e ciò con criteri politici e partitici è
la certificazione di una democrazia compromessa da colpe ed omissioni di tanti
protagonisti delle istituzioni.
Giuseppe Sagliocco
Coordinatore Esercito di Silvio - F.I. Lodi
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