Il pericolo per la democrazia non è Berlusconi, ma questa sinistra italiana. Che plaude al lancio di monetine e che ora invoca un colpo di Stato. Gli intellettuali chiedono l’intervento di carabinieri e polizia, perché vogliono un golpe per rovesciare il dittatore. Perché, dicono, la democrazia si salva “anche forzando le regole”. Poveracci.
E’ proprio particolare l’opposizione italiana, non c’è niente da fare. Più i suoi esponenti tentano di darsi un’aria da indefessi custodi delle Sacre Istituzioni, più vengono al pettine tutti i nodi del loro essere drammaticamente comici.Eppure, il peggio è arrivato da un intellettuale, da un professore universitario che di cose, nella sua lunghissima vita, ne ha viste tante. Parliamo di Alberto Asor Rosa, teorizzatore di moderni colpi di Stato dalle colonne del Manifesto.
In pratica, il vegliardo linguista ha auspicato l’intervento dei Carabinieri e della Polizia per “congelare le Camere, sospendere tutte le immunità parlamentari, restituire alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilire d’autorità nuove regole elettorali, rimuovere le cause di affermazione e di sopravvivenza della lobby affaristico-delinquenziale”. E tutto questo per “difendere i capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano”. Un golpe in piena regola, dunque. Un golpe che secondo Asor Rosa “godrebbe di un prevedibilissimo appoggio europeo”.
Serve commentare ulteriormente? Meglio di no, meglio lasciare questi intellettuali al loro delirio. Si parla tanto, a sinistra, di volontà berlusconiana di incendiare le folle e il Paese, di creare disordini e polemiche, di fomentare sit-in e di avvelenare il clima. E poi, una mattina, capita di leggere che uno dei loro, uno che avrebbe potuto diventare Ministro nel 2006 (così voleva Diliberto), pensa che sia opportuno farci piombare in uno “Stato d’Emergenza”.E nessuno si indigna, dalle parti del Quirinale. Sia mai, in quest’Italia sconcertano solo i dopocena privati del Presidente del Consiglio. Chiedere un colpo di Stato in piena regola, evidentemente, non fa notizia. Ed è questo che preoccupa…
Giuseppe Sagliocco
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