martedì, settembre 02, 2014

LE PROMESSE MANCATE DAL GOVERNO. LA REALTÀ SBUGIARDA RENZI.


Legge elettorale e riforma del Senato a parte, il cronoprogramma del presidente del Consiglio, presentato in pompa magna il 12 marzo 2014, nella famosa conferenza stampa dei pesciolini, prevedeva: 
1) marzo 2014: riforma del Lavoro;
2) aprile 2014: riforma della Pubblica amministrazione;
3) maggio 2014: riforma del Fisco;
4) giugno 2014: riforma della Giustizia.

Il presidente del Consiglio si era impegnato inoltre:
a) a pagare entro luglio 2014 tutti i debiti residui della Pubblica amministrazione, pari a 68 miliardi di euro;
b) a un piano da 3,5 miliardi per l’edilizia scolastica;
c) alla riduzione dell’Irap per le aziende del 10%;
d) a dare 80 euro al mese a chi ne guadagna meno di 1.500.
Andiamo per ordine:

1. LA RIFORMA DEL LAVORO

Sul cosiddetto “Jobs act”, Matteo Renzi ha vinto le primarie del Partito Democratico, e una volta assunto il ruolo di Presidente del Consiglio si è impegnato ad approvare il “pacchetto lavoro” entro marzo 2014.
Il 12 marzo 2014, il Consiglio dei ministri ha approvato:
• un disegno di Legge delega in materia di ammortizzatori sociali, di servizi per il lavoro e di politiche attive, di semplificazione delle procedure e degli adempimenti, di riordino delle forme contrattuali e di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali; 
• un decreto Legge “contenente disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese. Un provvedimento urgente che prevede, tra le altre cose, interventi di semplificazione sul contratto a termine e sul contratto di apprendistato per renderli più coerenti con le esigenze attuali del contesto occupazionale e produttivo”, recita il comunicato stampa. 
Ad oggi:

• il disegno di Legge delega giace al Senato, dove è stato assegnato alla commissione Lavoro il 3 aprile 2014, e l’iter è fermo; 
 • il decreto Legge cosiddetto “Poletti”, apprezzabile nella sua versione iniziale, è stato stravolto in Parlamento sotto il ricatto della Cgil. 

Gli ultimi dati Istat sono stati pubblicati il 29 agosto e si riferiscono al mese di luglio 2014: la disoccupazione segna il nuovo record del 12,6% e quella giovanile raggiunge quota 42,9%

2. LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La riforma della Pubblica amministrazione era in calendario per il mese di aprile.
L’ultimo giorno utile, mercoledì 30 aprile, sono state presentate le linee guida in conferenza stampa ed è stata aperta una consultazione popolare di un mese, dal 30 aprile al 30 maggio. 

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il relativo decreto venerdì 13 giugno. Il decreto è stato fermo al Quirinale per oltre 10 giorni e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale è avvenuta solo il 24 giugno. 
Il provvedimento è stato approvato in via definitiva il 7 agosto. Il governo dovrebbe preparare anche un disegno di Legge delega, ma al momento non c’è nulla di scritto. 

3. LA RIFORMA DEL FISCO

La riforma del fisco era in calendario per il mese di maggio.

È il compito più facile tra quelli che Renzi si è dato. Basterebbe, infatti, scrivere i decreti legislativi di attuazione della delega fiscale, approvata in via definitiva dal Parlamento il 27 febbraio 2014. 
Ad oggi, sono passati più di 4 mesi e ancora nulla di fatto, né possono ritenersi sufficienti i 2 decreti legislativi esaminati in bozza dal Consiglio dei ministri il 20 giugno 2014. 

Parliamo dei decreti legislativi recanti:
• “Semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata”;
• “Composizione, attribuzioni e funzionamento delle commissioni censuarie”.

Più di questi due titoli non si sa nulla.

Nel frattempo:
• dal 1° luglio 2014 la tassazione sul risparmio, che Renzi impropriamente chiama “rendite finanziarie”, è aumentata dal 20% al 26%; 
• gli italiani sono “appesi” al pagamento, il 16 ottobre 2014, della Tasi, la nuova tassa sulla casa che, rispetto al 2011, ha triplicato la pressione fiscale sulle proprietà immobiliari degli italiani (da un gettito di circa 10 miliardi di euro, prima casa esclusa, nel 2011 a oltre 30 miliardi di euro previsti per il 2014).

4. LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

Come è nello stile Renzi, il presidente del Consiglio si è ridotto all’ultimo telegiornale dell’ultimo giorno utile per presentare la sua “riforma della giustizia”, annunciata per il mese di giugno 2014. 
Così il 30 giugno ha presentato i 12 punti (12 titoli), da cui dovevano derivare altrettanti provvedimenti da approvare il 1° settembre, cioè oggi. Ma al momento nessuna traccia... 


Beh, a questo punto credo che le cose, i fatti siano evidenti. E' sotto la luce del sole che Renzi e il suo governo non votato da nessuno stiano facendo solo gli affari loro affari senza portare a casa nulla di positivo per il Paese...anzi. Meditate dunque, elettori Renziani e della sinistra in genere, è questo che volevate davvero?


Giuseppe Sagliocco
Coord. Esercito di Silvio - Forza Italia
Lodi

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