mercoledì, luglio 07, 2010

DI PIETRO: e i quotidiani si scoprono garantisti


Ma dal punto di vista giornalistico la notizia del campione di Mani Pulite che finisce indagato per truffa sarà o no una notizia da prima pagina? Lo sarà o no, soprattutto per dei quotidiani che da anni,mesi, settimane e giorni sono esclusivamente impegnati a tradurre in italiano (non sempre con successo) le veline dellamagistratura sui «vip della politica»? E invece, la notizia di Antonio Di Pietro indagato, proprio lui che reclamava la pulizia in Parlamento nel programma del suopartito populista intitolato all’»Italia dei Valori», non sembra essere una chicca, una ghiotta notizia su cui fare colore e tanto moralismo e populismo mediatico. All’improvviso,la gran parte dei quotidiani si scopre garantista, sotto traccia e rispettosa delle indagini e dell’indagato.Vedi Il Fatto quotidiano, che ha sempre sostenuto di non guardare in faccia nessuno e volere che non seggano alla Camera e al Senato altro che uomini illibati e specchiati.La notizia di Di Pietro sotto indagine per truffa è solo un richiamino ino ino in prima.L’editoriale è dedicato alla«cricca». Il commento di spalla del solito Travaglio punta al solito target:Berlusconi. Là sotto, però, c’è la notiziola.E nelle pagine interne il titolo non parla di «Di Pietro indagato per truffa»,ma di «Veltri che ci riprova».Veltri è colui che lo accusa(ma non soloVeltri).Quindi,alla notizia si è sostituita l’assoluzione. E alla berlina viene messo non il sospettato, ma chi punta l’indice: «A volte ritornano».Bell’esempio davvero di giornalismo duro e puro e di politica coerente. La notizia di Di Pietro è assente sulle prime pagine dell’Unità, del Messaggero(che però gli dedica un bell’articolo di Aiello), del Sole 24Ore, del Riformista,ed è appena un richiamo su Repubblica(quasi invisibile) e La Stampa.La solita ipocrisia. IlCorriere della Sera,invece, dedica due pagine alla vicenda e un richiamo molto visibile in prima pagina.Massimo Franco trattail disagio di Di Pietro nella sua nota politica e conclude: «L’inchiesta arriva sulla scia delle dichiarazioni rese dall’ex ministro ai magistrati che indagano su Affittopoli; e che volevano sapere quale fosse il suo grado di conoscenza degli affari della lobby di Angelo Balducci negli anni in cui Di Pietro era al dicastero dei Lavori pubblici. Si tratta di un sottofondo fastidioso perun elettorato che guarda all’IdV come a un movimento virtuosamente manicheo.“Male non fare, paura non avere”,dice ai militanti il leader nella sua memoria (sul web).Ma la scelta di rovesciare valanghe di documenti sul proprio sito, è la conferma di un imbarazzo palpabile». Un imbarazzo che non impedisce a Di Pietro di smentire clamorosamente la propria bandiera e restare al suo posto in Parlamento.Indefessamente, a dispetto di se stesso e di tutta la sua battaglia urlata e sostenuta con l’indice alto, le carte alla mano e le manette appese allacintura.
Giuseppe Sagliocco Referente PDL del quartiere San Bernardo

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