giovedì, luglio 28, 2011

Urgenze e priorità per le riforme



In un Paese come l’Italia, stretto dalla morsa dell’ideologia ambientalista (per cui diventa impossibile costruire discariche, centrali nucleari, rigassificatori, termovalorizzatori, autostrade, ferrovie e ponti), ogni tentativo di seria riforma inciampa in ostacoli insormontabili, che solo la determinazione ed il coraggio di Silvio Berlusconi possono arditamente superare.

Ecco allora che la riforma istituzionale si presenta come la terapia per il sistema Italia: occorre quindi abbandonare il bicameralismo perfetto trasformando il Senato in un Senato federale delle regioni, cioè costituito dai rappresentanti delle regioni, come il Senato statunitense è composto dai rappresentanti dei singoli Stati.

Si dovrebbe decisamente virare verso una forma di Premierato, cioè di rimodulazione dei poteri e delle prerogative (allargati in taluni casi, diminuiti in tal’altri) del Presidente del Consiglio in particolare e del Governo in generale. Dalle prime indiscrezioni sul progetto di riforma sarebbe certo questo punto, con la possibilità, per il Capo del Governo, di nominare e revocare i ministri, sottraendo così l’azione di Governo alle logiche particolaristiche e campanilistiche delle varie fazioni politiche chiamate a comporre l’Esecutivo, garantendo all’un tempo una migliore efficacia nell’azione di Governo e una più seria e stabile forma di rappresentanza politica nei confronti dei cittadini.

Una terza urgenza dovrebbe riguardare l’ordinamento giudiziario, causa anch’esso di risentimento sociale ( a causa della ingiustizia e del pressappochismo delle decisioni assunte ), e dei ritardi nella soddisfazione degli interessi e dei diritti dei cittadini, con ulteriore ingolfamento dell’intero Paese.

La quarta e ultima priorità per il sistema Italia, oltre alla riforma istituzionale, è la riforma del regime delle imposte e delle tasse per garantire una reale boccata di ossigeno a tutti i soggetti (imprenditori, artigiani e liberi professionisti) e che è causa primaria del freno alla crescita ed allo sviluppo, come ben sa non solo chi mastica qualche principio di economia liberale, ma soprattutto chi si trova ogni giorno a dover guadagnare una somma della quale quasi il 60% è sottratta dallo Stato.

Saluti azzurri

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