domenica, giugno 17, 2012

E bravi Letta e Buttiglione…che fare adesso con questo spread che resta alto?



Dopo le affermazioni di Enrico Letta (Pd) e del Prof. Buttiglione (Udc) secondo i quali, “se Berlusconi lascia il governo lo spread scenderà di 100 punti (Letta) e di 300 punti (Buttiglione), l’unica cosa che mi viene da pensare è che abbandonassero la politica, perché dimostratisi incapaci di valutazioni serie e ponderate!!

Veniamo adesso alla lira italiana ed al marco tedesco. Il marco oggi vale Lire 1428 (quando entrò nella moneta unica valeva Lire 989: una bella rivalutazione!!).

L’Italia invece per un euro dovette spendere Lire 1936,27 così la lira si svalutò già in entrata del 50% e adesso per restare legati alla suddetta moneta unica, stiamo gettando via la nostra dignità ed operosità.
L’uscita dall’ euro comporterebbe:  una svalutazione di circa il 40%, una inflazione a due cifre e un debito pubblico più costoso del 40% anch’esso!!

Se restiamo nell’euro e si varano gli Eurobond dovremo dare per questi delle garanzie (ce le chiederà la nostra “dirigente” Merkel); dovremo cioè garantire con il patrimonio pubblico ma anche con l’oro della Banca d’Italia.

Legandoci agli eurobond quindi finiremo praticamente col non avere più o in ogni caso con l’ intaccare pesantemente ne i beni patrimoniali ne parte delle riserve auree della Banca d’Italia.
Restare nell’euro, nella moneta unica europea senza una nostra politica e con la illusione che le cose andranno meglio, ci può portare a perdere patrimonio e oro pubblico.

E’ dunque meglio esporre il petto ai colpi mortali della Merkel e perire, oppure beccarsi dei pallini da caccia nel sedere per poi rimettersi in sella come ha sempre fatto questo laborioso popolo italiano? Cosa conviene fare?

Il nostro Paese si interroghi, partendo dal più umile dei cittadini e fino ad arrivare ai nostri maggiori studiosi di economia.
A trarre vantaggi dalla moneta unica è solo la Germania che sta vincendo la III guerra mondiale!!
Cosa conviene fare?


Giuseppe Sagliocco (Lodi) 

martedì, giugno 12, 2012

Miracolo a Milano: Pisapia in un anno ha svuotato le piazze





Ricordate le tante belle parole e le promesse di Pisapia soltanto un anno fa? Beh, probabilmente sono state portate via poi da quel famoso stesso "vento nuovo" da egli tanto invocato... 

Andiamo per ordine; appena messo piede a Palazzo Marino il sindaco arancione cosa fa? Aumenta d'un botto del 50 per cento il biglietto del trasporto pubblico, infligge ai milanesi una tassa dalla quale erano sempre stati esentati, la famigerata addizionale comunale Irpef e subito dopo si inventa un balzello per l'accesso in automobile nel centro storico diventato Area C; senza dimenticare, nel frattempo di moltiplicare il canone e gli altri costi per occupazione di suolo pubblico...

Certo, quando annunciava questi salassi in combutta col super-assessore Tabacci, Pisapia adduceva le sue giustificazioni, tutte immediatamente rivelatesi pretestuose. Tanto per cominciare sul mitico «buco di bilancio lasciato dalla Moratti» non si è mai fatto chiarezza. E poi: il vertiginoso aumento del biglietto Atm avrebbe consentito nuovi investimenti nel trasporto pubblico che non sono ancora visti mentre il balzello per accedere all'area C, era motivato dalla lotta alle polveri sottili che invece continuano a stagnare nella nostra aria come prima.

Insomma Pisapia sta facendo della facile demagogia e del populismo, sta adottando proprio quei comportamenti che da sinistra vengono ossessivamente rivolti ad altri: ora a Grillo e ora al Berlusconi d'antan, ora a Di Pietro ora alla Lega.

Sotto la Madonnina è accaduta una cosa “strana” (ma non troppo): la spending review viene a Palazzo Marino tradotta (male) nel più provinciale “tassa e spendi“. Dopo lo spending è scomparso il rewiev, insomma. Che in termini comprensibili al volgo e all’inclita significa: nuovo aumento delle imposte a carico dei milanesi ma anche aumento delle spese correnti del Comune. Incredibile ma vero. Non c’è male come risultato, solo dodici mesi dopo la la presa di Palazzo Marino, la Bastiglia da espugnare, simbolo del vento che cambiava anche in Italia.

Succede dunque che nel 2012 il Comune pisapiano rifila ai cittadini nuove imposte per 252 milioni di euro. Invece dei tagli alle spese in tempo di crisi, lacrime e sangue per la gente comune, nemmeno l’ombra: le spese correnti del Comune aumentano di 215,6 milioni rispetto al 2011. Milioni di euro, non noccioline, si badi bene. Perché a Milano la politica della sinistra è una cosa “seria”. Tanto seria che grosso modo le nuove tasse pareggiano le spese correnti in più… E i risparmi? I mitizzati tagli? Se ne riparlerà (pare, forse?) nel 2013.

Così, mentre a Roma la sinistra incita Monti a tagliare gli sprechi pubblici, nella Milano europea ed evoluta, tanto per fare qualche esempio, le spese correnti del Gabinetto del sindaco passano da 7 a 11,6 milioni di euro, quelle della Direzione generale altri 3,1 milioni di euro, quelle per i consulenti esterni arrivano a 1,2 milioni di euro. Mi fermo qui perché è difficile credere alla favoletta del “più tasse ma servizi migliori”.

Per ora siamo al più tasse e più spese e le chiacchiere si fermano a questo punto. Il conto della serva popolana dice che sale l’Irpef, la Tarsu (23%), la Cosap è andata alle stelle, l’Imu per seconde case, botteghe, negozi al massimo possibile…E meno male che il vento è cambiato….si, infatti ora è ufficiale: c’è una bufera arancione ad abbattersi sui poveri cittadini milanesi!!



Giuseppe Sagliocco

lunedì, giugno 04, 2012

Riforme? Si, con chi ci starà...


Deformare la realtà a proprio vantaggio è un classico della sinistra. Lo sappiamo, basterebbe non farci caso. Il dramma è che a prendere sul serio le panzane e le minacce dei quotidiani di sinistra sono soprattutto i leader del centrodestra, vittime inguaribili di un complesso di inferiorità culturale per cui se non esisti su quei giornali non esisti in assoluto.

Così, come poveri allocchi, vengono usati per seminare zizzania in campo avversario e poi al momento giusto accoltellati. Per mesi, quando si trattava di indebolire Berlusconi, Formigoni era trattato dai suoi attuali carnefici di Repubblica come una musa ispiratrice, quel genio di Cicchitto adesso va a braccetto con quelli de Il Fatto, che nella migliore delle ipotesi lo considerano un piduista e che alla prima occasione gli faranno ovviamente un servizietto barba e capelli. I nostri eroi vanno oltre.

Il Pdl andrà avanti col presidenzialismo anche senza i democrat. Un modo per stanarli sulla modifica del Porcellum.

Non è un bluff, e infatti il Pdl continua a rilanciare con forza il presidenzialismo e a tessere la tela di una proposta di riforma sulla quale vuole a tutti i costi ottenere un voto e un’espressione del Parlamento.
«Avanti tutta sul presidenzialismo. Bisogna andare fino in fondo. Chi ci sta, ci sta». È questa la linea tracciata.

L’intenzione è fare un investimento vero sulla grande riforma costituzionale per riportare la barra dalla parte della democrazia diretta e del cittadino. «La legge elettorale a doppio turno proposta dal Pd» spiega Alfano «da sola non è in grado di garantire un esecutivo stabile e una maggioranza scongiurando il rischio della frammentazione. Solo l’abbinamento all’elezione diretta del presidente della Repubblica garantisce un esito certamente bipolare e insieme la certezza di non produrre, in nessun caso, il blocco delle istituzioni».

Un voto, dunque, per fotografare le intenzioni dei partiti e far uscire allo scoperto la reale volontà di mettere mano al Porcellum. E se il Pd dovesse dire no, allora massimo sforzo per ottenerne una «approvazione simbolica» con la maggioranza uscita dalle urne. Insieme con la Lega, quindi, e se possibile con l’Udc. Se poi il Parlamento dovesse respingere la proposta, allora la subordinata per recuperare il massimo rapporto con l’elettorato potrebbe essere il sistema attuale con collegi più piccoli o magari la reintroduzione delle preferenze. I segnali, più o meno tattici, lanciati al Pd, continuano.

Il Pd ribadisce che «non ci sono tabù» ma resta nel vago. Il Pdl promette battaglia. Presidenzialismo a parte, al Senato sono in corso le votazioni con l’accordo «ABC» che, per ora, prevede la diminuzione dei parlamentari. E settimana scorsa è stato abbreviato l’iter di approvazione delle leggi, rendendolo possibile con una sola lettura parlamentare.

Insomma, sul tavolo della politica c'è la riforma proposta dal Pdl che potrebbe cambiare il corso del Paese, ma i giornali preferiscono occuparsi d'altro…



Giuseppe Sagliocco

mercoledì, maggio 23, 2012

Sono convinto, presto ci saranno nuove tasse



Si uscirà dalla crisi solamente quando si risolverà il problema euro, quindi paradossalmente un'implosione della moneta unica potrebbe essere benefica, perché porrebbe fine a questa lunghissima agonia.

Tutto come previsto. L’Unione europea ha certificato che i conti di Monti non tornano e il prossimo anno, per farli quadrare, sarà necessaria un’altra manovra. Come è noto, nonostante le tasse, il debito pubblico non è diminuito ma al contrario aumentato, mentre il prodotto interno lordo invece di aumentare è diminuito. Per il bilancio dello Stato si tratta di un mezzo disastro, perché se il debito sale e il Pil scende vanno in vacca tutti i parametri, in particolare quelli usati dagli investitori per decidere se comprare oppure vendere i nostri titoli di Stato. In tre parole, siamo nella palta. Con il rischio che agitandoci di più, si vada a fondo più in fretta.

Già, perché se con la stangata con cui il bocconiano ci ha dato il benvenuto siamo rimasti storditi, con la successiva rischiamo di rimanere esanimi.
Certo, recuperare un po’ di ossigeno non sarà facile, ma almeno bisognerebbe provarci, attuando la riduzione della spesa, ma questo governo tutto sembra intenzionato a fare tranne che tagliare.

A soli sei mesi di distanza dall’insediamento del governo appare dunque chiaro che questa non è la ricetta per uscire dalla crisi, semmai per rimanervi. Pertanto è indispensabile, a mio modo di vedere, il taglio dei costi della politica, la riduzione della pubblica amministrazione e lo smantellamento del sistema clientelare. Ma, fossimo nei panni di chi ha il compito di dirigere la nostra politica monetaria ed economica, cominceremmo a pensare anche all’uscita dall’euro.

Chi invece non appare affatto pronto alla rottura della moneta unica è il governo. La fede cieca di Monti nell’Europa lo sta spingendo miopemente sull’orlo del crac. Il nostro primo ministro avanza imperterrito sulla via del rigore voluto dalla Germania, senza pensare ad altro. Neppure sembra essersi accorto che in pochi mesi su 27 governi dei paesi che compongono l’Unione 16 sono saltati, mentre di quelli che fanno parte dell’euro 10 su 17 hanno gettato la spugna. Che altro deve succedere per capire che quella intrapresa non è la via per il risanamento ma per l’affossamento?

L'eurozona è stata un grandissimo affare per la Germania e per i Paesi del nord che hanno così eliminato le valute più deboli e quindi la concorrenza. I Paesi più deboli come l'Italia sarebbero subito dovuti correre a darsi regole come quelle tedesche per evitare di pagare il conto, in termini di tassi e non solo, dell'unione tra economie molto diverse tra loro. Solo che non l'hanno fatto...

E così mentre Berlino continua a beneficiare di tassi prossimi allo zero e di una moneta molto più debole di quanto sarebbe stato il marco, l'Italia non deve sognare un ritorno alla lira (da cui "avrebbe vantaggi e svantaggi") ma fare presto quelle riforme strutturali necessarie: pensioni, flessibilità del lavoro, taglio della spesa.


Giuseppe Sagliocco



venerdì, maggio 18, 2012

"MammamiaPisapia!!!" e l'adunata sediziosa...



Dopo la torre Galfa, adesso il presidio dei lavoratori di Macao è in Via Galvani. Il sindaco Pisapia, anziché far rispettare l’ordine pubblico dato che c’è un quartiere bloccato, temporeggia.

E’ ora di mettere la parola fine a questa ennesima sceneggiata arancione, le strade venno liberate!

Inoltre, come se non bastasse, chi potrebbe vietare ai musulmani di Milano di occupare abusivamente uno spazio (come hanno fatto i giovani di Macao) per vedere riconosciute le loro richieste…come mai a chi ha occupato una torre viene proposta l’assegnazione mentre la comunità islamica dialoga con la giunta da un anno senza intravedere all’orizzonte volontà concrete?

Per fortuna Boeri anticipando il sindaco “temporeggiatore” ha ben chiarito che per accedere all’area ex Ansaldo, si dovrà partecipare a un bando pubblico, ma anche essere una associazione dotata di statuto giuridico. Queste sono le “regole” del Comune di Milano.

Quindi, se Macao vorrà partecipare dovrà darsene uno…

Ai ragazzi, Pisapia ha spiegato che l’Ansaldo sarà disponibile tra tre settimane circa, ma evidentemente l’ha sparata grossa, dato che se ci sarà il bando occorreranno mesi per l’assegnazione e inoltre, come sottolinea il capogruppo Pdl Masseroli, per circa la metà degli spazi esistenti in Via Tortona, non ci sarebbe l’agibilità….L’attore di sinistra Dario Fo, sempre presente in queste occasioni a dar man forte a centri sociali, e sinistra di piazza in genere, ha lodato Pisapia per il “grande risultato” (quale?). Ma i giovani di Macao ancora non sono contenti, perché loro “non vogliono uno spazio, ma vogliono autodeterminarsi…”e ancora, perché Macao non è un luogo dicono ma un modo di fare, di essere e di esserci…..mah…..Povera Milano!!

Siamo alle comiche…per l’ex Ansaldo servirà una gara, ma Macao risponde no al Comune; Pisapia e Boeri invitano il collettivo all’assemblea pubblica di oggi, ma quello che è evidente comunque è che sono tre giorni che Via Galvani è “in ostaggio”; sarebbe opportuno un blitz per sgomberare questa adunata sediziosa!!
La polemica è aperta grazie al Sindaco “temporeggiatore” dunque. E i musulmani come detto, stanno pensando di utilizzare lo stesso metodo di Macao: quale sarà la loro prossima mossa? Pisapia andrà a incontrare gli islamici che avranno occupato l’ospedale Bassi in Viale Jenner?

Intanto sulle pareti della Torre compaiono le foto dei consulenti amici e di amici degli amici che Pisapia copiosamente ha portato con se in Comune (a spese nostre, si intende…) trovando spazio e riservando loro stipendi superiori alla media…altro che favorire i precari, Pisapia ha dapprima criticato i consulenti della Moratti, salvo poi “premiare” una volta eletto, decine e decine (sono circa un centinaio finora, i consulenti di nomina diretta del Sindaco) di soggetti esterni all’amministrazione che hanno il solo e unico merito di essere stati “arancioni” alle ultime elezioni comunali. Andiamo bene milanesi…qui si predica bene e poi si razzola male. Mammamia Pisapia!!!!!!


Giuseppe Sagliocco

lunedì, maggio 14, 2012

Il nostro sistema non consente al Paese di essere governato.



C’è grande pessimismo, scarsa fiducia nel futuro a cui dovremmo reagire, credo, con una politica totalmente diversa da quella che e’ la cosiddetta politica del rigore. Spero che il presidente Monti abbia compreso che la societa’ italiana non regge piu’ su una linea ultra rigorista non accompagnata da investimenti e da misure sociali nei confronti delle aree piu’ deboli della societa’italiana!

Che sia solo un ramo del parlamento ad approvare le leggi e che il presidente del Consiglio possa nominare o revocare un ministro sono due dei punti della riforma istituzionale su cui, secondo Silvio Berlusconi, va trovato l’accordo con la sinistra; si perché o troviamo l’accordo con la sinistra affinchè il presidente del Consiglio abbia gli stessi poteri degli altri premier, o altrimenti l’Italia non si ammoderna. La speranza è che i sacrifici fatti dal precedente governo dimettendosi portino al risultato da sempre inseguito: il cambiamento dell’architettura istituzionale del Paese. Senza questo cambiamento non si può avere un paese governabile, come non è stata governabile l’Italia e ancora non è governabile adesso...

La riforma federalista iniziata dal Governo Berlusconi non va abbandonata, anzi sarà battaglia politica nei confronti di quella linea ultra-rigorista della Merkel e della Germania che puo’ portare alla rovina molti Paesi dell’Europa e mettere in difficolta’ la stessa Germania. Gia’ oggi la gravissima situazione di crisi della Grecia, che puo’ tradursi in grandi difficolta’ anche per gli altri Paesi dell’Europa deriva dalle scelte imposte dalla Germania alcuni anni fa contro il parere dello stesso Obama e degli Stati Uniti.

Infatti, in questa fase in Italia il partito del Popolo delle Libertà e’ stato sottoposto alle pressioni di due linee estreme: da un lato l’accettazione totale di tutto cio’ che proponeva il governo, che in genere agiva per decreti accompagnati dal voto di fiducia, dall’altra la contrapposta richiesta di una crisi di governo e di elezioni anticipate, a dire la verita’ sostenuta da una larga parte dell’elettorato di centrodestra. E questa schizofrenia ha corso il rischio di dilaniare il centrodestra che rappresenta i moderati.

In sostanza, a mio avviso e per quanto riguarda il nostro Paese, occorre una iniziativa politica e programmatica che superi l’alternativa tra l’accettazione passiva di tutto cio’ che il governo Monti propone, o la crisi di governo.



Giuseppe Sagliocco

mercoledì, maggio 02, 2012

Bondi rappresenta il fallimento di Monti.




C’è poco da fare…le nomine dei commissari attestano il fallimento di questo governo. Monti si era proposto come "salvatore della patria" ed aveva nei suoi piani la riduzione della spesa pubblica. Invece, il governo ha fatto ben altra cosa. Ha aumentato le tasse, non ha abbattuto la spesa pubblica e non ha fatto nessuna riforma; ecco quindi Enrico Bondi, Giavazzi ed Amato chiamati come nuovi collaboratori del premier Monti…

Bondi rappresenta il fallimento di Monti, e del suo uomo di punta Giarda, sul primo obiettivo che questo governo aveva pomposamente affermato di saper conseguire: la riduzione della spesa pubblica.

E dire che tagliare la spesa pubblica in Italia non sembrerebbe difficile a prima vista: basta abolire lo Province o dimezzare il numero dei parlamentari o ridurre i dipendenti pubblici nelle Regioni che hanno 20mila impiegati.

Per cio’ che riguarda le ricostruzioni del passato e prendendo atto del fatto che sull’ICI esistono diverse valutazioni, rilevo che comunque e’ assai faziosa l’unilaterale interpretazione secondo la quale solo l’abolizione dell’ICI avrebbe provocato un ’buco’ e non ad esempio la controriforma sulle pensioni fatta dal governo Prodi nei confronti della riforma a suo tempo operata da Maroni e da Sacconi. La controprova sta nel fatto che l’attuale governo ha dovuto a sua volta intervenire…

Devo anche ricordare, ai labili di memoria, che lo spending review fa parte delle misure gia’ inserite nella Finanziaria del governo Berlusconi: sarebbe buono e giusto che non ci siano tagli alle stazioni dei Carabinieri e ai commissariati di Polizia, strutture che servono ai cittadini. Per il resto, ad esempio nella sanita’ e nella pubblica amministrazione molto si puo’ e si deve fare anche per evitare ulteriori inasprimenti fiscali.

Lo sforzo, comunque, è stato notevole: Monti e i suoi ministri ieri sono stati riuniti 5 ore. Cinque ore di cervelli fumanti, pensieri elevati, saperi incrociati, per arrivare a queste soluzioni geniali e per farci sorridere soprattutto del fatto che un tecnico abbia bisogno di un super tecnico…Olè!!


Giuseppe Sagliocco

lunedì, aprile 23, 2012

UNA PROPOSTA CONCRETA SU IMU E CASA




Non si può chiedere ai cittadini di pagare prima per una imposta senza sapere come sarà e quanto si pagherà alla fine, in definitiva. Mi spiego meglio: fino al mese di settembre i Comuni hanno tempo e possibilità di scegliere, cioè decidere le percentuali da applicare alla nuova Imposta Municipale Unica. Si stanno studiando al momento delle modifiche che porteranno verosimilmente a calcolare l’IMU non più come con l’ICI e cioè agendo sulla consistenza catastale calcolata in vani, bensì rapportando tutto ai metri quadrati. Ad esempio, 5.5 vani con la vecchia ICI, sarebbero circa 90 metri quadri calcolati con la nuova imposta. La domanda da porsi però è come faccio io governo a chiedere a te cittadino di pagare una certa cifra, se ancora non ho provveduto nemmeno a stabilire quanto si dovrà pagare e con quale metodologia?

Se non ho ancora stabilito cioè se per il pagamento verrà richiesto di utilizzare ancora il calcolo dei vani catastalmente determinati, oppure verosimilmente si dovrà ancora attendere a dopo il passaggio alla base di calcolo che tiene conto dei metri quadrati, tuttora in discussione? Ecco quindi una semplice, banale proposta che voglio fare sperando che qualcuno la faccia propria e la porti avanti. Riguarda i giovani, le coppie in particolare che hanno acceso un mutuo e che sulla loro futura casa di proprietà sono tenuti da subito al pagamento pieno della IMU.

La mia idea o proposta se vogliamo, è semplice ed attuabile: essa prevede che, con riferimento al mutuo, e riguardo alla Imposta Municipale Unica, l’IMU stessa venga pagata dai futuri proprietari solamente in base alla percentuale di possesso acquisita. Mi spiego meglio: chi ad esempio ha stipulato un contratto di mutuo per 25 anni, sa che la casa diventa completamente di sua proprietà solo dopo aver pagato, e quindi estinto il mutuo dopo 25 anni; infatti egli non può, e non deve pagare come se la casa fosse completamente sua già al primo anno, o sia anche al decimo ma anche al ventesimo anno, bensì il cittadino, la giovane coppia, dovranno pagare la imposta municipale unica percentualmente e proporzionalmente a quanto versato per riscattare la proprietà di possesso acquisita fino a quel momento.

Va da se che se la casa è completamente riscattata sono tenuto a pagare interamente su di essa l’IMU mentre non si capisce perché debba invece pagare completamente la imposta sulla casa anche chi la casa non la ha ancora riscattata completamente. Se io riscatto il mutuo ad esempio per un 25% dell’importo complessivo, la casa è di mia proprietà per il 25% quindi io pagherò la nuova tassa sul 25% effettivamente riscattato in proporzione, e che diventerà mio solamente quando avrò riscattato completamente il mutuo acceso.

E’ di questi giorni infine e la rivendico, la battaglia portata avanti dal Pdl con il segretario Alfano sull’Imu, che ha ottenuto "prima la rateizzazione dell’imposta e ora l’accoglimento di un ordine del giorno (emendamento) affinche’ l’Imu sia dovuta una tantum". Già, perché bisogna certo essere soddisfatti del fatto che si impegna il Governo ad eliminare l’Imu nel 2013 ed a renderla quindi, nei fatti, una tassa una tantum che si pagherà solo quest’anno.


Giuseppe Sagliocco

Iscritto al Pdl – Lodi

www.giuseppesagliocco.blogspot.it





venerdì, aprile 20, 2012

IMU: la nuova gabella diventerà una tantum?





Ennesima tegola che sta per abbattersi sugli italiani è l’IMU. L’imposta municipale unica, nuova gabella che sostituirà la vecchia ICI. Molte discussioni finora e una sola certezza: molto probabilmente si pagherà più di quanto non si pagasse con la vecchia ICI; questo anzitutto perché da zero euro, (l’ICI il centrodestra la aveva tolta), ora bisogna ritornare a pagare, ma con un nome diverso, IMU. La istituzione della nuova imposta comporterà incrementi anche molto sensibili con aumenti di carico fiscale rispetto al passato. Insomma, dalla padella nella brace…o almeno così sembrerebbe.

Questo aggravio ulteriore quindi, che si va a sommare già a tutti gli altri innumerevoli problemi che questa crisi economica europea e mondiale ha “regalato” anche alle famiglie italiane; Ecco, io lo dico subito, senza problemi, purtroppo il problema di noi cittadini non si risolve rateizzando l’importo così come richiesto e ottenuto dal segretario del Pdl Angelino Alfano. Non basta…Non va bene e allora, novità di oggi, il governo si e’ impegnato a trovare altre risorse affinche’ non si debba piu’ pagare l’Imu sulla prima casa nel 2013, perche’ la prima casa è un bene su cui non bisogna infierire.

Trovo quindi molto più valente e pregnante la previsione di Alfano, segretario del Pdl che adesso rivendica non già la battaglia portata avanti dal Pdl sull’Imu che ha ottenuto prima la rateizzazione dell’imposta quanto ora l’accoglimento di un ordine del giorno del Popolo delle Libertà, un emendamento recepito dal governo affinche’ l’Imu sia dovuta solamente una tantum. Questa sì che è una notizia, perché bisogna certo essere soddisfatti del fatto che il governo su intervento di Alfano e del centrodestra si sia impegnato ad eliminare l’Imu nel 2013 ed a renderla quindi, nei fatti, una tassa una tantum che si pagherà solo quest’anno.

L’impegno del governo a trovare altre risorse per fare si’ che nel 2013 non ci sia l’Imu diventa a questo punto, a mio parere un atto di giustizia sociale.

Troppe tasse, sulla casa in particolare, poche proposte concrete sullo sviluppo e la crescita economica. È tempo che il governo Monti passi dalle tante parole, dai tanti propositi, a dei fatti molto più concreti. L’economia ne ha bisogno. L’Italia e gli italiani anche. E anche noi speriamo e crediamo che questa odiosa imposta su un bene primario come la casa venga quanto prima cancellata, e definitivamente accantonata.



Giuseppe Sagliocco

Iscritto al Pdl – Lodi

www.giuseppesagliocco.blogspot.it

mercoledì, aprile 18, 2012

Finanziamenti pubblici ai partiti: basta erogare a chi non ha obbligo di rendiconto!


A mio modo di vedere suona strano che il problema dei finanziamenti alle forze politiche sia gettato sul tavolo proprio alla vigilia delle consultazioni, quando da anni lo Stato versa montagne di quattrini alle segreterie sotto forma di contributi che sono pubblici per modo di dire. Nel senso che sono tali finché il denaro è in viaggio verso i partiti, ma quando questi lo hanno incassato, miracolosamente quei contributi sono privatamente gestiti.

E utilizzati secondo la volontà dei leader. In altri termini, come forse non tutti sanno, attualmente la legge non prevede che i partiti giustifichino le spese sostenute: in ogni caso, essi hanno però diritto a riscuotere i rimborsi. In questo ginepraio è ovvio che avvengano ruberie, sottrazioni di somme, pasticci.Ciò che si dovrebbe fare è assai semplice: smettere di erogare denaro a soggetti che non hanno l’obbligo di rendicontare (mi scuso per il brutto vocabolo, ma in quanto dottore commercialista ho ancora dei rigurgiti professionali...) e nemmeno quello di presentare bilanci certificati.

Troppo facile fino adesso!!! Pensierino finale: la morale della favola, il coinvolgimento della Lega in uno scandalo ingigantito dai media può segnare il tramonto di ogni ipotesi di un suo ricongiungimento futuro con il Pdl. Se ciò che si vuole è la morte del centrodestra non datevi pena, e state pure tranquilli...questo non accadrà!



Giuseppe Sagliocco - Lodi