lunedì, maggio 14, 2012

Il nostro sistema non consente al Paese di essere governato.



C’è grande pessimismo, scarsa fiducia nel futuro a cui dovremmo reagire, credo, con una politica totalmente diversa da quella che e’ la cosiddetta politica del rigore. Spero che il presidente Monti abbia compreso che la societa’ italiana non regge piu’ su una linea ultra rigorista non accompagnata da investimenti e da misure sociali nei confronti delle aree piu’ deboli della societa’italiana!

Che sia solo un ramo del parlamento ad approvare le leggi e che il presidente del Consiglio possa nominare o revocare un ministro sono due dei punti della riforma istituzionale su cui, secondo Silvio Berlusconi, va trovato l’accordo con la sinistra; si perché o troviamo l’accordo con la sinistra affinchè il presidente del Consiglio abbia gli stessi poteri degli altri premier, o altrimenti l’Italia non si ammoderna. La speranza è che i sacrifici fatti dal precedente governo dimettendosi portino al risultato da sempre inseguito: il cambiamento dell’architettura istituzionale del Paese. Senza questo cambiamento non si può avere un paese governabile, come non è stata governabile l’Italia e ancora non è governabile adesso...

La riforma federalista iniziata dal Governo Berlusconi non va abbandonata, anzi sarà battaglia politica nei confronti di quella linea ultra-rigorista della Merkel e della Germania che puo’ portare alla rovina molti Paesi dell’Europa e mettere in difficolta’ la stessa Germania. Gia’ oggi la gravissima situazione di crisi della Grecia, che puo’ tradursi in grandi difficolta’ anche per gli altri Paesi dell’Europa deriva dalle scelte imposte dalla Germania alcuni anni fa contro il parere dello stesso Obama e degli Stati Uniti.

Infatti, in questa fase in Italia il partito del Popolo delle Libertà e’ stato sottoposto alle pressioni di due linee estreme: da un lato l’accettazione totale di tutto cio’ che proponeva il governo, che in genere agiva per decreti accompagnati dal voto di fiducia, dall’altra la contrapposta richiesta di una crisi di governo e di elezioni anticipate, a dire la verita’ sostenuta da una larga parte dell’elettorato di centrodestra. E questa schizofrenia ha corso il rischio di dilaniare il centrodestra che rappresenta i moderati.

In sostanza, a mio avviso e per quanto riguarda il nostro Paese, occorre una iniziativa politica e programmatica che superi l’alternativa tra l’accettazione passiva di tutto cio’ che il governo Monti propone, o la crisi di governo.



Giuseppe Sagliocco

mercoledì, maggio 02, 2012

Bondi rappresenta il fallimento di Monti.




C’è poco da fare…le nomine dei commissari attestano il fallimento di questo governo. Monti si era proposto come "salvatore della patria" ed aveva nei suoi piani la riduzione della spesa pubblica. Invece, il governo ha fatto ben altra cosa. Ha aumentato le tasse, non ha abbattuto la spesa pubblica e non ha fatto nessuna riforma; ecco quindi Enrico Bondi, Giavazzi ed Amato chiamati come nuovi collaboratori del premier Monti…

Bondi rappresenta il fallimento di Monti, e del suo uomo di punta Giarda, sul primo obiettivo che questo governo aveva pomposamente affermato di saper conseguire: la riduzione della spesa pubblica.

E dire che tagliare la spesa pubblica in Italia non sembrerebbe difficile a prima vista: basta abolire lo Province o dimezzare il numero dei parlamentari o ridurre i dipendenti pubblici nelle Regioni che hanno 20mila impiegati.

Per cio’ che riguarda le ricostruzioni del passato e prendendo atto del fatto che sull’ICI esistono diverse valutazioni, rilevo che comunque e’ assai faziosa l’unilaterale interpretazione secondo la quale solo l’abolizione dell’ICI avrebbe provocato un ’buco’ e non ad esempio la controriforma sulle pensioni fatta dal governo Prodi nei confronti della riforma a suo tempo operata da Maroni e da Sacconi. La controprova sta nel fatto che l’attuale governo ha dovuto a sua volta intervenire…

Devo anche ricordare, ai labili di memoria, che lo spending review fa parte delle misure gia’ inserite nella Finanziaria del governo Berlusconi: sarebbe buono e giusto che non ci siano tagli alle stazioni dei Carabinieri e ai commissariati di Polizia, strutture che servono ai cittadini. Per il resto, ad esempio nella sanita’ e nella pubblica amministrazione molto si puo’ e si deve fare anche per evitare ulteriori inasprimenti fiscali.

Lo sforzo, comunque, è stato notevole: Monti e i suoi ministri ieri sono stati riuniti 5 ore. Cinque ore di cervelli fumanti, pensieri elevati, saperi incrociati, per arrivare a queste soluzioni geniali e per farci sorridere soprattutto del fatto che un tecnico abbia bisogno di un super tecnico…Olè!!


Giuseppe Sagliocco

lunedì, aprile 23, 2012

UNA PROPOSTA CONCRETA SU IMU E CASA




Non si può chiedere ai cittadini di pagare prima per una imposta senza sapere come sarà e quanto si pagherà alla fine, in definitiva. Mi spiego meglio: fino al mese di settembre i Comuni hanno tempo e possibilità di scegliere, cioè decidere le percentuali da applicare alla nuova Imposta Municipale Unica. Si stanno studiando al momento delle modifiche che porteranno verosimilmente a calcolare l’IMU non più come con l’ICI e cioè agendo sulla consistenza catastale calcolata in vani, bensì rapportando tutto ai metri quadrati. Ad esempio, 5.5 vani con la vecchia ICI, sarebbero circa 90 metri quadri calcolati con la nuova imposta. La domanda da porsi però è come faccio io governo a chiedere a te cittadino di pagare una certa cifra, se ancora non ho provveduto nemmeno a stabilire quanto si dovrà pagare e con quale metodologia?

Se non ho ancora stabilito cioè se per il pagamento verrà richiesto di utilizzare ancora il calcolo dei vani catastalmente determinati, oppure verosimilmente si dovrà ancora attendere a dopo il passaggio alla base di calcolo che tiene conto dei metri quadrati, tuttora in discussione? Ecco quindi una semplice, banale proposta che voglio fare sperando che qualcuno la faccia propria e la porti avanti. Riguarda i giovani, le coppie in particolare che hanno acceso un mutuo e che sulla loro futura casa di proprietà sono tenuti da subito al pagamento pieno della IMU.

La mia idea o proposta se vogliamo, è semplice ed attuabile: essa prevede che, con riferimento al mutuo, e riguardo alla Imposta Municipale Unica, l’IMU stessa venga pagata dai futuri proprietari solamente in base alla percentuale di possesso acquisita. Mi spiego meglio: chi ad esempio ha stipulato un contratto di mutuo per 25 anni, sa che la casa diventa completamente di sua proprietà solo dopo aver pagato, e quindi estinto il mutuo dopo 25 anni; infatti egli non può, e non deve pagare come se la casa fosse completamente sua già al primo anno, o sia anche al decimo ma anche al ventesimo anno, bensì il cittadino, la giovane coppia, dovranno pagare la imposta municipale unica percentualmente e proporzionalmente a quanto versato per riscattare la proprietà di possesso acquisita fino a quel momento.

Va da se che se la casa è completamente riscattata sono tenuto a pagare interamente su di essa l’IMU mentre non si capisce perché debba invece pagare completamente la imposta sulla casa anche chi la casa non la ha ancora riscattata completamente. Se io riscatto il mutuo ad esempio per un 25% dell’importo complessivo, la casa è di mia proprietà per il 25% quindi io pagherò la nuova tassa sul 25% effettivamente riscattato in proporzione, e che diventerà mio solamente quando avrò riscattato completamente il mutuo acceso.

E’ di questi giorni infine e la rivendico, la battaglia portata avanti dal Pdl con il segretario Alfano sull’Imu, che ha ottenuto "prima la rateizzazione dell’imposta e ora l’accoglimento di un ordine del giorno (emendamento) affinche’ l’Imu sia dovuta una tantum". Già, perché bisogna certo essere soddisfatti del fatto che si impegna il Governo ad eliminare l’Imu nel 2013 ed a renderla quindi, nei fatti, una tassa una tantum che si pagherà solo quest’anno.


Giuseppe Sagliocco

Iscritto al Pdl – Lodi

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venerdì, aprile 20, 2012

IMU: la nuova gabella diventerà una tantum?





Ennesima tegola che sta per abbattersi sugli italiani è l’IMU. L’imposta municipale unica, nuova gabella che sostituirà la vecchia ICI. Molte discussioni finora e una sola certezza: molto probabilmente si pagherà più di quanto non si pagasse con la vecchia ICI; questo anzitutto perché da zero euro, (l’ICI il centrodestra la aveva tolta), ora bisogna ritornare a pagare, ma con un nome diverso, IMU. La istituzione della nuova imposta comporterà incrementi anche molto sensibili con aumenti di carico fiscale rispetto al passato. Insomma, dalla padella nella brace…o almeno così sembrerebbe.

Questo aggravio ulteriore quindi, che si va a sommare già a tutti gli altri innumerevoli problemi che questa crisi economica europea e mondiale ha “regalato” anche alle famiglie italiane; Ecco, io lo dico subito, senza problemi, purtroppo il problema di noi cittadini non si risolve rateizzando l’importo così come richiesto e ottenuto dal segretario del Pdl Angelino Alfano. Non basta…Non va bene e allora, novità di oggi, il governo si e’ impegnato a trovare altre risorse affinche’ non si debba piu’ pagare l’Imu sulla prima casa nel 2013, perche’ la prima casa è un bene su cui non bisogna infierire.

Trovo quindi molto più valente e pregnante la previsione di Alfano, segretario del Pdl che adesso rivendica non già la battaglia portata avanti dal Pdl sull’Imu che ha ottenuto prima la rateizzazione dell’imposta quanto ora l’accoglimento di un ordine del giorno del Popolo delle Libertà, un emendamento recepito dal governo affinche’ l’Imu sia dovuta solamente una tantum. Questa sì che è una notizia, perché bisogna certo essere soddisfatti del fatto che il governo su intervento di Alfano e del centrodestra si sia impegnato ad eliminare l’Imu nel 2013 ed a renderla quindi, nei fatti, una tassa una tantum che si pagherà solo quest’anno.

L’impegno del governo a trovare altre risorse per fare si’ che nel 2013 non ci sia l’Imu diventa a questo punto, a mio parere un atto di giustizia sociale.

Troppe tasse, sulla casa in particolare, poche proposte concrete sullo sviluppo e la crescita economica. È tempo che il governo Monti passi dalle tante parole, dai tanti propositi, a dei fatti molto più concreti. L’economia ne ha bisogno. L’Italia e gli italiani anche. E anche noi speriamo e crediamo che questa odiosa imposta su un bene primario come la casa venga quanto prima cancellata, e definitivamente accantonata.



Giuseppe Sagliocco

Iscritto al Pdl – Lodi

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mercoledì, aprile 18, 2012

Finanziamenti pubblici ai partiti: basta erogare a chi non ha obbligo di rendiconto!


A mio modo di vedere suona strano che il problema dei finanziamenti alle forze politiche sia gettato sul tavolo proprio alla vigilia delle consultazioni, quando da anni lo Stato versa montagne di quattrini alle segreterie sotto forma di contributi che sono pubblici per modo di dire. Nel senso che sono tali finché il denaro è in viaggio verso i partiti, ma quando questi lo hanno incassato, miracolosamente quei contributi sono privatamente gestiti.

E utilizzati secondo la volontà dei leader. In altri termini, come forse non tutti sanno, attualmente la legge non prevede che i partiti giustifichino le spese sostenute: in ogni caso, essi hanno però diritto a riscuotere i rimborsi. In questo ginepraio è ovvio che avvengano ruberie, sottrazioni di somme, pasticci.Ciò che si dovrebbe fare è assai semplice: smettere di erogare denaro a soggetti che non hanno l’obbligo di rendicontare (mi scuso per il brutto vocabolo, ma in quanto dottore commercialista ho ancora dei rigurgiti professionali...) e nemmeno quello di presentare bilanci certificati.

Troppo facile fino adesso!!! Pensierino finale: la morale della favola, il coinvolgimento della Lega in uno scandalo ingigantito dai media può segnare il tramonto di ogni ipotesi di un suo ricongiungimento futuro con il Pdl. Se ciò che si vuole è la morte del centrodestra non datevi pena, e state pure tranquilli...questo non accadrà!



Giuseppe Sagliocco - Lodi

mercoledì, aprile 11, 2012

Bossi, ma anche Fini Rutelli e Bersani.




E’ di questi giorni la notizia che il tesoriere della Lega tal Belsito, sia stato beccato a spendere i soldi del partito. A questa notizia poi si sono aggiunte altre voci e nuovi fatti riguardanti Bossi e famiglia che avrebbero, grazie a Belsito, usufruito in modo illecito pure loro dei soldi del rimborso elettorale a cui per legge ha diritto la Lega come partito; Naturalmente, subito sono partite le consuete indignazioni ed i soliti processi mediatici verso Bossi e “family”.

La gestione della tesoreria del partito è “avvenuta nella più completa opacità sin dal 2004” dicono le carte. Una “gestione 'in nero' (sia in entrata sia in uscita) di parte delle risorse affluite alla cassa del partito”, soldi pubblici provenienti dal 4 per mille dell'Irpef o sotto forma di rimborsi elettorali, che, come emerge da una serie di intercettazioni Belsito avrebbe anche usato per contribuire alle spese per gli svaghi dei figli del Senatur, ma anche in parte per la moglie di Bossi e per Rosi Mauro (non sono indagati): cene, alberghi e viaggi. E la ristrutturazione della villa di famiglia a Gemonio. In un intercettazione, infatti, si sente dire che quelle spese vanno a finanziare “i costi della famiglia”.Dopo le presunte tangenti del caso Boni arriva un'altra batosta che colpisce al cuore il carroccio.

Ma da questa vicenda si possono notare delle differenze enormi sia dal punto di vista mediatico che politico rispetto ad altre del passato anche recente.
Iniziamo con la vicenda Fini e la casa di Montecarlo. Così come è stato appurato, l’attuale Presidente della camera, evidentemente uomo senza vergogna, vendette ad un prezzo stracciato la casa di proprietà del partito (perché ereditata quando lui era segretario di Alleanza Nazionale), al cognato e cioè più precisamente al fratello della sua attuale compagna. Lo difesero in tanti all’epoca, anche perché era da poco fuoriuscito dal Pdl e a molti faceva comodo…

Persino la magistratura, che per altre compravendite strane ha indagato, in quel caso conclamato di vendita fraudolenta di un bene del partito a suo cognato a prezzi stracciati, si è fatta i fatti propri non andando troppo a fondo nella storia. Lo stesso Fini non si è dimesso nonostante affermò pubblicamente che se fosse stato provato che la casa era stata effettivamente venduta al cognato lui si sarebbe dimesso. Il cognato abita ancora a Montecarlo e Fini è ancora, aggiungo io vergognosamente, al suo posto!!

Passiamo a Bersani, a Penati e al Pd: il braccio destro di Bersani è coinvolto in una serie di indagini per corruzioni e tangenti varie. Secondo la Procura di Monza alle accuse di corruzione e concussione si aggiunge quella di finanziamento illecito ai partiti. Ebbene, Bersani non solo non si è dimesso da segretario del PD dopo che il suo più stretto collaboratore è stato indagato per tangenti e corruzione, ma continua a dire che non sapeva, che Penati è onesto ecc ecc. Mah….
Senso di responsabilità e questioni d’opportunità non interessano a Penati che in Regione continua a prendere un sostanzioso emolumento e ora diventa persino investigatore pagato con i soldi pubblici. Gli stessi che ha usato per i suoi affari…

Rutelli e Lusi: anche in questo caso abbiamo un tesoriere di partito beccato a fregare soldi al partito stesso. Lusi come dichiarato ai magistrati, ha preso soldi per se, ma ne ha anche dati ai big del partito, Rutelli compreso. E spiegando come faceva…anche in questo caso tutti dalla parte di Rutelli sia politicamente che mediaticamente. Appare oltremodo ridicolo che lo stesso Rutelli abbia affermato che lui non sapeva niente!!
Secondo le rivelazioni del senatore-tesoriere molti di questi soldi sarebbero serviti a finanziare l'attività politica di Rutelli anche dopo la sua uscita dal Pd. In sostanza, quando Rutelli ha fondato l'Api, avrebbe continuato a servirsi dei fondi gestiti da Lusi. Quelli, cioè, dell'ex partito Margherita, che, fino al 2011 ha incassato i rimborsi elettorali, pur essendosi sciolta tre anni prima.

Per la cronaca, Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, è stato escluso (?!) dal Pd per lo scandalo che lo vede indagato per espropriazione indebita.
E allora cosa dire…Bossi si è dimesso mentre Fini è al suo posto, Bersani è al suo posto e Rutelli è al suo posto. Eppure tutti e tre fanno la morale agli altri. Ridicoli e senza vergogna.


Giuseppe Sagliocco

lunedì, aprile 02, 2012

Le favole della sinistra sull'Euro e sulla "moneta unica"



Intendo ritornare nuovamente a ragionare di moneta unica e sacrifici chiesti; a essere sinceri in effetti, non mi pare che Berlusconi abbia detto a suo tempo una cosa non vera; viene attaccato ancora oggi perché ha detto la sacrosanta verità…”La moneta unica è stata una grande fregatura, e ora dobbiamo tenercela”; e io aggiungo che i prezzi sono diventati doppi, gli stipendi sono dimezzati, e poi finiamola!

La moneta unica c’è da circa dieci anni e facendo noi parte della Unione Europea, siamo costretti a tenercela e abbiamo persino interesse a tutelarla.
Ma ormai è tardi per tornare indietro alla vecchia “liretta” abbandonata in fretta da Prodi senza curarsi del cambio rovinoso imposto da Bruxelles: 1936,27. Da notare che il centrosinistra all’epoca del governo aveva spacciato l’entrata nella moneta unica come una grande conquista. Ricordo i festeggiamenti, sembrava di aver vinto i mondiali di calcio, e tutti felice di poter andare in Francia, Germania eccetera risparmiandosi la scocciatura di comprare franchi e marchi, capirai che euforia…

L’euro, è vero, è una moneta strana; non convince e non potrà mai convincere nessuno: perché non risponde ad una autorità politica comune, ai Paesi che l’adottano; in secondo luogo perché non ha una vera Banca Centrale a sostegno come il dollaro con la Fed, la sterlina con la Banca d’Inghilterra lo yen con la Banca Centrale Giapponese ecc. Ma quando l’ormai ex premier attacca l’euro, tutti a dire vergogna…cose che capitano. Unicamente egli avrebbe dovuto tenere, secondo me, la barra al centro, e questa era la sacrosanta verità!!!

La moneta in se non ha colpe ma è solo stato uno strumento. Il problema è nato, nell’architettura di base, in quello stesso progetto chiamato Europa dove dei tecnocrati di sinistra hanno visto in Prodi – Ciampi come governatori- attori e il gioco è stato fatto: ci hanno svenduto! Gli altri, signori miei, hanno la garanzia delle Banche centrali per i loro debiti soggetti a speculazione, noi no!!!!

Quindi c’è chi pensa che la moneta unica sia stata un vantaggio, ma io continuo a pensare e penserò che invece è stato un vero e proprio disastro.
Raccontano favole coloro che dicono che se non fossimo entrati nell’Euro saremmo già falliti…basta! Aprite gli occhi…I salari sono dimezzati e i prezzi sono aumentati, meditate voi…

La moneta unica è diventata quindi una zavorra e ci ha reso tutti più poveri, siamo riusciti ad abbattere la inflazione ma si è innalzata la povertà e difatti sono dieci anni che siamo “nell’euro” e sono esattamente dieci anni che l’Italia non progredisce, ma guarda un po’!!

Chiarezza vorrebbe, che oggi la politica non la facciano i singoli governi ma a fanno la BCE e le altre istituzioni europee; non è vero che siamo stati commissariati perché lo siamo stati nel momento stesso in cui decidemmo di entrare a far parte della moneta unica. Grazie.


Giuseppe Sagliocco
Iscritto al Pdl – Lodi
www.giuseppesagliocco.blogspot.com

venerdì, marzo 09, 2012

PDL UNICO AD AVER AVUTO RICAMBIO GENERAZIONALE


Dopo 18 anni di Berlusconi in politica e ai vertici del Paese, il Popolo della Libertà oggi è l’unico movimento politico ad aver avuto un ricambio generazionale; La nostra esperienza di governo non ha un bilancio negativo, ma bisogna riconoscere che non siamo stati capaci di superare le prove più difficili. Perché? Le cause non sono addebitabili solo agli altri. Abbiamo avuto anche noi delle responsabilità, ma si può dire, senza tema di essere smentiti, che anche la nostra alleanza aveva al proprio interno degli squilibri che hanno reso difficile il percorso del governo.

Il maggiore squilibro riguardava il ruolo e la natura della Lega, una forza politica che indubbiamente ha avuto una evoluzione positiva, grazie a Berlusconi, ma che mantiene dentro di sé degli elementi contraddittori. L’attuale posizione della Lega conferma che la vocazione al governo e il compito di rappresentare gli interessi della parte più dinamica del nostro Paese, non è ancora un approdo stabile della Lega.

Al Presidente del Pdl i moderati e i liberali del centrodestra oggi devono molto, moltissimo…Egli infatti ha rivoluzionato la comunicazione politica e le campagne elettorali, utilizzando creativamente tutti gli strumenti di comunicazione per parlare direttamente ai cittadini, usando un linguaggio chiaro, semplice, diretto, concreto. L’esatto opposto del linguaggio opaco e autoreferenziale tipico della politica italiana fino al 1994.

A mio modestissimo parere, il maggior merito del Cav é aver contrastato le sinistre.
Berlusconi ha introdotto in Italia il bipolarismo e l'alternanza di governo. La sua azione politica ha prodotto lo “sdoganamento” della destra politica, che prima era fuori dal cosiddetto “arco costituzionale”, la piena inclusione della Lega Nord. Egli ha affermato il primato della persona e della società sui partiti e sullo Stato, che devono essere al servizio dei cittadini e non viceversa. Il principio di sussidiarietà e la riduzione del perimetro di azione dello Stato sono il cardine di questa politica e di tutte le riforme intraprese: ne sono esempi la riforma del fisco 2003-2005, (no tax area, due tagli delle tasse per un totale di 11 miliardi, sistema delle deduzioni); l'attenzione concreta al mondo del non profit con iniziative come il 5x1000 e la deduzione dei contributi alle realtà del terzo settore; le scelte di fronte ai temi eticamente sensibili, fatte seguendo i valori non negoziabili della vita umana.

Oggi la discussione verte su come dobbiamo agire per riconquistare la fiducia di tanti nostri elettori ora critici nei nostri confronti.
Nelle prossime settimane il PDL deve prendere l'iniziativa e anticipare il governo Monti con proposte sui temi più importanti per la vita dei cittadini. Se vogliamo vincere dobbiamo spiegare agli elettori le motivazioni e le scelte sinora applicate a sostegno del governo Monti. Con tutte le tasse ad oggi subite e quelle ancora da subire, un evidente taglio della spesa governo/politica all'acqua di rose, il popolo non ci crede più.

In Parlamento, come anche a livello locale (comunale provinciale e regionale) ci vogliono persone giovani, serie, dinamiche, ambiziose il giusto ma soprattutto che abbiano fatto militanza vera, che amino il proprio partito e non invece dei “mestieranti” a volte addirittura senza arte ne parte, come purtroppo ancora oggi ci ritroviamo a tutti i livelli…probabilmente anche a Lodi! Il ricambio generazionale garantito nel Popolo della Libertà dalla nomina di Alfano a segretario, deve sostanziarsi, secondo me, in una riforma istituzionale che contempla quindi anche la diminuzione del numero dei parlamentari; solo subito dopo, si potrà mettere mano alla legge elettorale.

Quella che va evidenziata oggi nel Pdl è una posizione che chiamerei di democrazia trasparente, che non può quindi prescindere da una indicazione preventiva, e non successiva, di chi sarà il premier “incaricato” questo nel caso vinca l’una o l’altra coalizione.



Giuseppe Sagliocco
Iscritto al Popolo della Libertà - Lodi

mercoledì, febbraio 15, 2012

Per il Quirinale i Decreti di Monti valgono più di quelli del Cav.



Analizzando bene i fatti, si può agevolmente accorgersi che le materie trattate nei tre decreti varati da dicembre 2011 a oggi dal governo Monti, nonché la natura e le finalità delle norme erano nella sostanza già state previste nel Decreto Romani-Brunetta-Calderoli. Si rammenta a chi non sa o fa finta di non sapere, e in particolare quindi a sinistra, che tale Decreto, presentato all’ Odg del Consiglio dei Ministri del 2 novembre 2011 non ha mai visto la luce per la opposizione del solito Quirinale…Chiarito e precisato questo, ricordo anche che quello stesso Consiglio dei Ministri trasferì parte dei contenuti del Decreto in un maxi-emendamento alla Legge di Stabilità. Questi i fatti.


La cronologia degli eventi parte dalla Manovra di luglio, ad agosto ci fu la lettera della Bce all’Italia seguita dalla Manovra di agosto, che avrebbe portato alle prime formulazioni ed elaborazioni del Decreto Romani-Brunetta-Calderoli tra settembre e ottobre 2011. Successivamente a ottobre vi fu la lettera stavolta dell’Italia alla Bce e infine il 2 novembre è stato portato il Decreto Sviluppo in Consiglio dei Ministri.
In sostanza, il 70% delle misure adottate da “SuperMario” facevano parte del pacchetto Sviluppo del Cavaliere, come detto prima affossato dal Quirinale!


Come noto, contrariamente a quanto invece con il nuovo governo fa, il Presidente della Repubblica considerava privo dei requisiti di necessità e urgenza richiesti quel Decreto. Oggi l’uso del decreto-legge è da considerarsi quantitativamente eccessivo, per la esistenza, differentemente dal passato, di una maggioranza parlamentare vastissima a sostegno del governo Monti.


Va aggiunto che i tre decreti approvati dal governo Monti rinviano frequentemente a provvedimenti successivi in merito alla propria concreta efficacia, inoltre sono fortemente disomogenei nell’oggetto, disomogeneità spesso superiore a quella eccepita per il decreto Romani-Brunetta-Calderoli. C’è da domandarsi dunque per quale motivo il Presidente della Repubblica abbia operato una valutazione discrezionale così diametralmente diversa tra l’ultimo decreto del governo Berlusconi e i primi tre del governo Monti.


Da una sovrapposizione quali-quantitativa tra i diversi decreti emerge una corrispondenza del 50% sia di materie che di contenuti. Tutto ciò non può non far riflettere sul ruolo discrezionale del Presidente della Repubblica in quel fatidico 2 novembre, e provoca il rammarico che, se adottate all’epoca, quelle misure avrebbero potuto evitare che la situazione politica ed economica precipitasse copme poi è avvenuto. L’impossibilità di adottare il decreto-legge costrinse il governo a ripiegare su un maxi-emendamento alla legge di stabilità, il quale fu però necessariamente depotenziato ; resta il fatto che dal 50 al 70% delle misure allora progettate sono state poi riprese dal successivo esecutivo. E che esse sarebbero state approvate molto tempo prima se ciò fosse stato consentito al governo Berlusconi. Ma così non fu……


Giuseppe Sagliocco

martedì, febbraio 07, 2012

Tutti i nodi del Pd vengono al pettine

Tutti i nodi vengono al pettine, anche quelli del Pd. Conseguenza di quello che è il suo peggior vizio: l’ipocrisia.

Dopo la ricetta Monti, «tasse e ancora tasse», ogni tesi o accusa del Pd è strumentale ed è usata ipocritamente solo per raggiungere l’obiettivo che sta a cuore al partito. La vecchia logica comunista riveduta. E questi cambi repentini non sono mai preceduti da un mea culpa, da una riflessione politico-culturale.Lo scorso anno Bersani & company, concentrati nella crociata pseudomoralistica contro le donnine di Arcore, hanno esaltato in funzione anti Cav una serie di argomenti che avevano come bersaglio il nostro Paese.

All’epoca, infatti, per il Pd le agenzie di rating erano oracoli infallibili che bisognava ascoltare, la politica egoistico-rigorista tedesca un riferimento europeista, lo spread un giudizio di Dio sui governi europei. Insomma, tutto l’armamentario che andava bene per far fuori il Cavaliere, a costo di ridicolizzare il buon nome del Belpaese, era lecito, anzi andava più che bene. Ecco perché andiamo incontro in tempi brevi a una grave crisi di credibilità che può essere risolta nell’unico modo possibile: le elezioni.La rivoluzione liberale che il centro-destra non è riuscito a compiere, e non per colpa di Berlusconi: l’impossibilità di passare dalle intenzioni ai fatti e’ il limite gravissimo del nostro sistema bloccato.

E ancora. Il clima di ostilità totale della macchina da guerra di media, magistratura e opposizione demonizzante.Con Berlusconi presidente del consiglio, i contenuti del suo messaggio politico non avevano importanza alcuna. I media si occupavano ossessivamente soltanto della sua persona.Se la sinistra avesse un minimo di onestà intellettuale, dovrebbe riconoscerlo: oggi siamo tutti berlusconiani. Il centro-destra non è riuscito a portare ad applicazione la propria agenda di riforme. Non ce l’ha fatta per la reazione sproporzionata dei poteri di veto, che trovavano una sponda forse inconsapevole ma complice nell’opinione pubblica informata.

Il berlusconismo avrà perso la battaglia politica, ma ha vinto quella culturale.Il Cavaliere ha fatto tombola: ha dimostrato che il problema è europeo assai più che italiano, ha evitato la guerra civile che si sarebbe scatenata se sotto la sua presidenza l’Italia fosse stata declassata di due punti, se ne sta tranquillo a cuccia facendo la bella figura del leader di una maggioranza che si è sacrificato nell’interesse del Paese, ha tolto i suoi processi dalle prime pagine e se tra qualche settimana anche quello Mills andrà prescritto prima della sentenza di primo grado non vedremo l’esercito nelle strade…e scusate se è poco!!


Giuseppe Sagliocco

Iscritto Popolo della Libertà - Lodi