domenica, agosto 28, 2011

Anche Casini sostiene “gli obiettivi nobili della sinistra”?




Rispondo a una incauta lettrice che dimostra di avere le idee confuse quanto il suo capo Casini, e si mette a sostenere come fa Casini “gli obiettivi nobili della sinistra”:

occorre premettere che prima della discesa di Berlusconi in politica, avvenuta circa 16 anni fa, furono invitati a mettersi alla testa delle residue “forze democratiche” (dc, pli, psdi, psi, pri) l'ex Dc, On.le Mario Segni sull'onda del successo del Referendum abrogativo del 1991 con il movimento dei Popolari per la Riforma, per promuovere i referendum per la modifica della legge elettorale da proporzionale in maggioritaria.

Segni abbandonò la DC, indebolita dall'inchiesta Mani Pulite, per promuovere un referendum che cambiasse la legge elettorale. Grazie all'appoggio di alcuni leader del centrosinistra italiano, tra cui Achille Occhetto, la consultazione del '93 superò il quorum e si concluse con la vittoria del sì. In breve tempo Mario Segni divenne uno dei leader politici più amati ed apprezzati dall'elettorato italiano; secondo alcuni avrebbe potuto facilmente candidarsi come Presidente del Consiglio dei ministri.

Tuttavia Segni non seppe sfruttare il momento favorevole. Dopo questa autorevole personalità entro in gioco Silvio Berlusconi, spinto anche dalla quasi totalità degli industriali.

Il Cavaliere impedì che il Partito Comunista Italiano andasse al potere e costrinse in pochi mesi alla disfatta le armate di Occhetto; l’italia aveva bisogno di un capo (Cesare) che si occupasse di politica per respingere le forze comuniste che tramite l’operazione di una parte della magistratura, stavano per impadronirsi del potere, laddove il comunismo andava scomparendo in tutto il mondo, tranne in poche realtà.

Il Presidente del Consiglio si è occupato della Polis tanto è vero che è sulla scena politica da moltissimi anni e con risultati numerici e di consenso eccezionali, seppur come è normale che sia, con modi e tempi altalenanti.

Ma perchè prima di entrare in politica non aveva avuto nessun avviso di garanzia, invece successivamente è stato subissato da richieste di procedimenti?

Probabilmente perchè aveva sparigliato le carte che dovevano portare il PCI al potere...guarda caso l’unico partito non spazzato via da una piccola ma agguerrita e faziosa parte della magistratura.

Quando mai il capo del governo si è avvicinato alla eucarestia, essendo divorziato? Chi lo dice come fa ad affermarlo con certezza? Per farlo dovrebbero venire a mancare le due ex consorti da cui è separato!

Ma qual’è la politica che tanto piace alla sua lettrice, Egregio Direttore?

Quella di Casini non si riesce a capire: parla di allearsi con Fini e Rutelli ex radicale, che sostengono l’eutanasia e la omosessualità. E proprio di questi giorni un richiamo del cardinale Ruini sulla questione...dice che non intende allearsi con Pd Idv e Sel di Vendola (ma l’autrice della lettera “Ammirazione che sconfina nell’adorazione”....lo farebbe).

Puo’ arrivare a costruire questa “terza gamba” del 12% circa in tutto, ma certo Casini si accomodi pure.

Ma poi, con questa terza gamba dove pensa di andare?

La rincorsa del potere per il potere è un male comune di Fini e Casini, come già scritto in altra occasione, ma il Casini dei “due forni” è in giunta regionale in Campania Calabria e Sicilia e da buon pavone, si pavoneggia dicendo di essere all’opposizione.

Quando si è alleato con Berlusconi è entrato al governo e in tanti enti locali, cosa che non è avvenuta in Piemonte, da alleato con la ex Bresso del Pd, o come in Veneto, venendo sconfitto sonoramente.

Troppo comodo affermare che attuare la politica dei due forni, cioè stare di qua o di la, voglia dire riconoscere ciò che c’è di bene e di male in ogni schieramento politico. L’Udc non è stata sempre all’opposizione in questi ultimi 4 anni semplicemente perchè il potere e le poltrone lo ha cercato (e trovato) un po qui, un po la...elemosinando a destra e a manca; Del resto Casini, ex allievo di Forlani, uno che per la ricerca di una politica con la sinistra assieme a Moro Zaccagnini ecc, porto’ i residui della Dc sconfitta dai giudici della sinistra, in buona parte ad allearsi con gli ex avversari di una volta, il Pci.

La Dc ha contribuito alla “ricostruzione” dell’italia, assieme a partiti come Pli, Pri Psdi e Psi ma molti dei suoi eredi secondo me, hanno tradito i padri fondatori, quali Sturzo De Gasperi ecc.

La deteriore politica dei due forni (o del tenere il piede in entrambe le scarpe) ebbe un fautore straordinario in Andreotti, che da par suo riusciva anche a spiegare, si fa per dire, quel tipo di politica, ma i due forni per Casini sono solo bassa politica o meglio non politica, al seguito della sinistra o della destra per questioni di opportunita’ (potere).

Spero di non dover tornare piu su questi argomenti, perchè non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, ne peggior cieco di chi non non vuol vedere.

giovedì, agosto 04, 2011

Lettera aperta al Segretario Alfano



Caro Segretario Angelino Alfano,


i nostri valori indicano la nostra meta. Sono quelli che il Presidente Berlusconi ha sempre richiamato fin dalla sua discesa in campo nel gennaio 1994, e vanno oltre di noi perché esistono prima di noi e continueranno a essere dopo di noi, in quanto sono il fondamento della nostra civiltà, quella legge naturale scritta nel cuore di ogni essere umano: la dignità della persona, il rispetto della vita, la famiglia, la difesa e la promozione della libertà in tutti i settori, l’attenzione verso i più deboli, quel principio di sussidiarietà che significa riconoscere e valorizzare le forze vitali della società e far fare allo Stato unicamente i compiti che servono a promuovere il bene comune. I giovani della “Generazione Berlusconi” ma non solo, sono in difficoltà. Di fronte a noi troviamo molto disfattismo e altrettanto immobilismo. Tutto l’esatto contrario di quello che dal 1994 ci ha insegnato il nostro Presidente. La nostra generazione non chiede spazi o posti, ma chiede solo di potersi confrontare e di poter soprattutto "Fare".

Si torni a fare politica, a parlare di governo, di riforme, di ideali, di passione! La politica deve essere passione e non un mestiere!

Caro Segretario Alfano, noi tutti abbiamo fiducia in Lei e crediamo che non ci sarebbe potuta essere scelta più felice e condivisa nel Pdl. Il Presidente Berlusconi, assieme a Lei riscriva le regole del gioco. Lei è l’unico in grado di rilanciare in questo sistema paralizzato di coordinamenti, burocrazia e segreterie di partito. Noi moderati del centrodestra, liberali laici ma anche cattolici in più della sinistra abbiamo I VALORI....come lei ha detto benissimo nel suo discorso di insediamento. Senza il costante riferimento e approfondimento di questi valori e della loro possibile declinazione in concreta attività di governo, la politica degenera in mera gestione del potere, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Lei è l’unico che può buttare lo sguardo ed il cuore oltre l’ostacolo. Lei Segretario Alfano è l’unico in grado di ridare speranza a tanti giovani, ma anche a chi come me ha ormai superati i 40, e si impegna di più e sempre nelle piazze tra la gente, nei consigli comunali delle diverse città italiane, nelle scuole da sempre "rivolte" a sinistra e pur tra gli estremismi e gli ostacoli di ogni genere. Abbiamo bisogno che lei ci faccia amare questo PDL e Il primo passo per organizzare il PDL consiste nel dotarlo di regole che siano in grado di farne una casa accogliente, aperta a tutti.
Ci siamo dati da qui a fine legislatura l’obiettivo di approvare tre grandi riforme: istituzionale, fiscale e della giustizia, nonché il Piano per il Sud? Bene.
Queste riforme si uniscono a quelle già in essere e in via di completamento: scuola, università, federalismo fiscale, pubblica amministrazione e servizi on line, pensioni, giustizia civile, codice antimafia, codice del turismo. A questo sommario elenco vanno aggiunte tutte le misure anticrisi messe in campo per le famiglie, i lavoratori e le imprese e, fondamentale, la messa in sicurezza dei conti pubblici, senza la quale il nostro paese avrebbe rischiato il fallimento.
Di questo tutti noi del Popolo della Libertà dobbiamo essere consapevoli e orgogliosi.


Perdoni lo sfogo, ma questo è lo sfogo di tanti che come me credono che la militanza, la meritocrazia e il fattore “B”, debbano tornare a vivere e vincere, grazie anche a Lei!!
Questo partito caro Segretario, così com' era non ci piaceva più; non ci piace il sistema delle tessere che ci fa fare un salto all'indietro come quando chi "comandava" nei vari partiti era quello che aveva più soldi da spendere per "fare le tessere". Di questo partito non ci piace nemmeno il criterio della selezione della classe dirigente. Non può essere che un coordinatore scelga arbitrariamente questa candidatura o quella. Passione, valori, organizzazione, governo sono le fondamenta sulle quali edificare un PDL forte, coeso, aperto e al servizio di tutti gli italiani. Valori, organizzazione e attività di governo sono le fondamenta sulle quali dobbiamo costruire e preparare la vittoria alle elezioni politiche del 2013.
Una vittoria che non vale per se stessa ma è lo strumento attraverso il quale completare le tante riforme che stiamo attuando in questi anni, gli interventi per superare compiutamente la crisi globale della quale siamo stati e siamo colpiti, superare definitivamente alcuni storici ritardi accumulati dal nostro Paese.
Grazie per quanto farà, auguri per il duro lavoro che l'attende e saluti affettuosi di vera stima.


Giuseppe Sagliocco
Componente direttivo cittadino
Popolo della Libertà Lodi

giovedì, luglio 28, 2011

Urgenze e priorità per le riforme



In un Paese come l’Italia, stretto dalla morsa dell’ideologia ambientalista (per cui diventa impossibile costruire discariche, centrali nucleari, rigassificatori, termovalorizzatori, autostrade, ferrovie e ponti), ogni tentativo di seria riforma inciampa in ostacoli insormontabili, che solo la determinazione ed il coraggio di Silvio Berlusconi possono arditamente superare.

Ecco allora che la riforma istituzionale si presenta come la terapia per il sistema Italia: occorre quindi abbandonare il bicameralismo perfetto trasformando il Senato in un Senato federale delle regioni, cioè costituito dai rappresentanti delle regioni, come il Senato statunitense è composto dai rappresentanti dei singoli Stati.

Si dovrebbe decisamente virare verso una forma di Premierato, cioè di rimodulazione dei poteri e delle prerogative (allargati in taluni casi, diminuiti in tal’altri) del Presidente del Consiglio in particolare e del Governo in generale. Dalle prime indiscrezioni sul progetto di riforma sarebbe certo questo punto, con la possibilità, per il Capo del Governo, di nominare e revocare i ministri, sottraendo così l’azione di Governo alle logiche particolaristiche e campanilistiche delle varie fazioni politiche chiamate a comporre l’Esecutivo, garantendo all’un tempo una migliore efficacia nell’azione di Governo e una più seria e stabile forma di rappresentanza politica nei confronti dei cittadini.

Una terza urgenza dovrebbe riguardare l’ordinamento giudiziario, causa anch’esso di risentimento sociale ( a causa della ingiustizia e del pressappochismo delle decisioni assunte ), e dei ritardi nella soddisfazione degli interessi e dei diritti dei cittadini, con ulteriore ingolfamento dell’intero Paese.

La quarta e ultima priorità per il sistema Italia, oltre alla riforma istituzionale, è la riforma del regime delle imposte e delle tasse per garantire una reale boccata di ossigeno a tutti i soggetti (imprenditori, artigiani e liberi professionisti) e che è causa primaria del freno alla crescita ed allo sviluppo, come ben sa non solo chi mastica qualche principio di economia liberale, ma soprattutto chi si trova ogni giorno a dover guadagnare una somma della quale quasi il 60% è sottratta dallo Stato.

Saluti azzurri

sabato, luglio 23, 2011

Scuola ed educazione, io la penso così...


Egregio Direttore, mi conceda un pò di spazio per dire la mia su tante pretestuose lettere ed opinioni giunte in redazione e qui pubblicate, di cittadini come me, chiaramente di parte.

Come al solito anche le parole pronunciate sulla scuola pubblica sono state travisate e rovesciate da una sinistra alla ricerca, pressoché ogni giorno e su ogni questione possibile, di polemiche infondate, strumentali e pretestuose.

Desidero chiarire senza possibilità di essere frainteso, la mia posizione sulla scuola: il Governo Berlusconi ha avviato una profonda e storica riforma della scuola e dell'Università, proprio per restituire valore alla scuola pubblica e dignità a tutti gli insegnanti che svolgono un ruolo fondamentale nell'educazione dei nostri figli in cambio di stipendi ancora oggi assolutamente inadeguati.

Questo non significa non poter ricordare e denunciare l'influenza deleteria che nella scuola pubblica hanno avuto e hanno ancora oggi culture politiche, ideologie e interpretazioni della storia che non rispettano la verità e al tempo stesso espropriano la famiglia dalla funzione naturale di partecipare all'educazione dei figli. Le parole del premier, perciò non possono essere in alcun modo interpretate come un attacco alla scuola pubblica, ma al contrario come un richiamo al valore fondamentale della scuola pubblica, che presuppone libertà d'insegnamento ma anche ripudio dell'indottrinamento politico e ideologico.

Educare i figli liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato dove ci sono degli insegnanti (in stragrande maggioranza di sinistra, come è del resto da tutti risaputo...)che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori magari vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell'ambito della loro famiglia. Si tenga conto che non tutti hanno piacere che ai propri figli siano inculcati valori che, vivaddio, non sono stati dalla famiglia stessa "scelti" come valori di riferimento ma da insegnanti che fanno politica...


Cordialmente

Giuseppe Sagliocco

Popolo della Libertà - Lodi

giuseppe.sagliocco@gmail.com

domenica, luglio 17, 2011

L'eguaglianza per la sinistra


Non c'è motivo, se non l'ammirazione per le «star» del mondo della cultura alle quali è affidato il residuo senso di superiorità antropologica della sinistra: i cervelloni stanno dalla nostra parte, quindi abbiamo ragione, come sempre. Non viene mai loro il sospetto che i cervelloni siano solo sedicenti tali, e che talvolta (anzi: spesso) anche i filosofi sparino boiate allucinanti se interpellati sulle questioni, quasi tutte, che esulano dalle loro competenze.

I cervelloni, d'altro canto, stanno volentieri al gioco per i motivi più disparati: per provare il brivido della protesta, per illudersi di guidarla, per adulare i politici, per essere adulati dai politici, per fare pubblicità a se stessi, al nuovo disco, al nuovo libro, al nuovo spettacolo, al nuovo film. C'è sempre qualcosa da promuovere e alle regole del mercato sottostanno anche e forse soprattutto quelli che sostengono di disprezzarle...

Al vip, quindi, la sinistra usa tutti i riguardi. Del resto, la lotta di classe non è più all'ordine del giorno. L'uguaglianza è solo una bandiera da sventolare quando occorre e da riporre nella vita di tutti i giorni. La sinistra in realtà ama la grande borghesia e i suoi intrattenitori, purché a parole anti capitalisti, e si tiene alla larga dalla volgarità della gente, schiava delle televisioni commerciali. I cittadini comuni sono Pinco Pallino senza volto; sono la massa da portare in piazza. Questa è l'eguaglianza per la sinistra.

Giuseppe Sagliocco
Componente ditettivo cittadino
Popolo delle Libertà - Lodi

mercoledì, luglio 13, 2011

Lettera aperta al premier: se non ora, quando?



Caro Presidente Berlusconi, senza uno scatto di reni, senza coraggio, senza rischiare la tua stessa maggioranza, da vincente rischi di ritrovarti perdente. Saranno i tuoi elettori incazzati che, perse le speranze, ti toglieranno la fiducia.C'è una manovra possibile che ti può far perdere non più dello 0,50% di voti, ma che ti farebbe guadagnare in credibilità, e rilancerebbe l'immagine del tuo coraggio. Avanti spariglia...


Mi chiedo se i portavoce periferici della politica siano capaci di interpretare la volontà del popolo libero e di trasmetterla ai responsabili del governo e della maggioranza. Questo sarebbe stato il momento di far capire che la rivoluzione liberale non fa solo scelte di mercato e di libertà d'impresa o di diritti, ma anche scelte popolari. Una classe dirigente libera e democratica sa interpretare l'indignazione della gente che lavora e che fa sacrifici. Molto spesso la fortuna non aiuta i migliori e nessuno ha, pertanto, il diritto di ignorare che c'è un popolo meno fortunato che è sempre più penalizzato.


Si possono capire le occasioni sfruttate, il vantaggio di aver scelto la strada giusta, l'onore di essere stato chiamato a rappresentare in parlamento alla sovranità popolare, anche la predisposizione a farsi trascinare ripagando i potenti col loro servilismo, ma i privilegi alla lunga non li tollera nessuno, soprattutto in momenti di difficoltà generale della nazione. ORA BASTA!


Penso che ci voglia più coraggio, anche a costo di far saltare il tavolo. Un tetto per gli stipendi pubblici, un tetto per le pensioni e l'eliminazione del cumulo, il taglio degli stipendi dei parlamentari, l'eliminazione dei rimborsi elettorali e dei contributi ai giornali di partito, il taglio dei consiglieri di comuni e regioni. L'eliminazione dei vitalizi ai parlamentari, le eliminazione dei privilegi a vita a Presidenti di Corte Costituzionale, Repubblica, Camera e Senato. Una legge costituzionale per la riduzione al 50% dei deputati, per l'eliminazione del senato e delle provincie. Un tetto massimo per ministri, viceministro e sottosegretari. Un tetto massimo per assessori. Eliminazione (per tre anni) dei contributi al cinema., allo spettacolo ed a tutte le manifestazioni e rappresentazioni (teatrali-sociali-culturali-artistiche). Non si può ridere e divertirsi a spese di chi è costretto a fare sacrifici per rimettere in piedi il Paese. Eliminazioni (per tre anni) di tutte le richieste di contributi finanziari a vario titolo per ricorrenze, commemorazioni, presentazioni e quant'altro. Nessun contributo (per calamità, scarsa produzione, difficoltà di mercato) per gli agricoltori che negli ultimi 5 anni non hanno dichiarato utili in media pari al 3% del capitale investito e che non pagano i contributi sociali ai lavoratori. Siano fatti gli studi di settore anche per l'agricoltura in cui includere la presenza della forza lavoro minima indispensabile per abbattere la piaga del caporalato e del lavoro nero, soprattutto nel mezzogiorno. Assimilazione dell'incidenza fiscale, iva compresa, per tutte le attività commerciali, cooperative comprese. Misure penali rigide per quelle forme di evasione fiscale che prefigurano dolo e grave spregio alla giustizia sociale (ad esempio evasione totale, fatturazioni false, doppio lavoro con prevalenza di quello svolto a nero, prestazioni professionali senza rilascio di ricevuta fiscale). Taglio di tutte le spese di consulenza per tutti gli enti locali e per i ministeri. C'è l personale ordinario e se non è capace si destina ad altro lavoro di profilo più basso e si sostituisce con personale interno più capace (negli uffici pubblici non sempre ai più capaci vengono affidati ruoli di maggior profilo).


Ci vorrebbe, inoltre, anche se con la manovra economica c'entra poco, una legge che impedisca nelle scuole agli insegnanti di fare politica, prevedendone nei casi più gravi l'immediato licenziamento. Un insegnate che invece di educare i giovani al pluralismo ed al rispetto di tutti, li voglia formare alla faziosità, sarebbe paragonabile al cassiere di banca che invece di gestire il denaro dei suoi clienti li convogliasse sul suo conto corrente. Se l'attività di quest'ultimo comporta l'immediato licenziamento e l'attivazione del codice penale, dovrebbe essere la stessa cosa anche per gli insegnanti....


Saluti azzurri

giovedì, luglio 07, 2011

Siamo tutti al fianco di Alfano per un nuovo Pdl



Angelino Alfano è stato nominato per acclamazione segretario del partito al Consiglio nazionale del PdL. Inzia la fase due del partito. Prossime tappe il rimpasto nel governo con la sostituzione del Guardasigilli ed il nodo della giustizia con il dl intercettazioni messo in calendario per questo mese. Secondo Berlusconi: «E' la persona giusta, mai menzognero».
Come testamento, come lascito della mia partecipazione alla vita politica, ripete Berlusconi, «vorrei dare all’Italia una grande unica formazione ispirata ai valori del Ppe, in grado di raccogliere tutti gli elettori moderati» . Indicato l’obiettivo, spetta ad Alfano raggiungerlo….e noi siamo tutti con lui!


Tra i nostri valori c'é la vita. Siamo laici e cattolici ma tutti noi crediamo che qualcuno possa dare e togliere la vita, ma quel qualcuno non è il Parlamento. Toccanti e sentite, accolte con applausi lunghi e a scena aperta, le parole con cui il neo segretario si dice convinto che Berlusconi rivincerà le elezioni del 2013. Non abbiamo bisogni di lasciti ed eredità. Costruiremo tutti insieme un grande partito, e la prospettiva è quella del Ppe. La nostra è una sfida importante: riportare a votarci il popolo dei moderati italiani, che non se ne è andato a sinistra, è lì in attesa che noi diamo loro nuove buone ragioni per votarci. Due anni sono tanti, ma dovremo chiedere quel voto con orgoglio vincendo i pregiudizi, consapevoli delle nostre ragioni e dei loro torti, nel solco del Ppe. Se lo faremo rivinceremo le elezioni….Quello del Pdl voluto dal Presidente Berlusconi è un progetto serio di grande area che aggreghi moderati italiani alternativi alla sinistra che propone una grande costituente popolare con chi è disponibile a camminare su questa strada e per questo progetto. Dobbiamo fare un partito serio. Da subito, perché l'idea di una grande costituente popolare non vuol dire che intanto non ci organizziamo. Presidente, ha detto poi Alfano in Consiglio Nazionale rivolto a Silvio Berlusconi, lei ha sempre detto che il Pdl è un partito monarchico e anarchico.


Ebbene, lei si è annoiato a fare il monarca, gli altri non si sono annoiati a fare gli anarchici, ha detto con una battuta, sottolineando d'ora in poi la necessità di «creare un meccanismo semplice semplice di regole e sanzioni. Non è possibile, ha poi concluso il neo segretario politico, che uno cui non piace il candidato sindaco del Pdl si fa una lista 'Coca cola' e si candida da solo. Se vuole farlo, può farlo, ma fuori dal Pdl»….giusto, più che giusto! E anche a Lodi sarà così…deve essere così!!
Oltre ai problemi interni, Alfano, che nel suo discorso ha anche accennato ad un “partito degli onesti”, dovrà provvedere all’organizzazione sul territorio, dove i personaggi più disparati esercitano un ampio potere locale spesso scappato di mano al controllo di chi è a Roma. E’ il caso dell’On. Cosentino in Campania o dello scontro intestino tra Mantovani e Podestà in Lombardia.
Inoltre va affrontato il nodo primarie. Diversi colonnelli del partito le richiedono, sia per quanto riguarda il candidato premier, sia per i ruoli dirigenziali locali, per affidare agli iscritti la possibilità di scegliere in maniera diretta la classe dirigente. Giusto, sono d’accordissimo!! Le primarie devono essere un mezzo per raggiungere il fine che è vincere alle Politiche. Con un segretario così, un Presidente che sarà comunque presente, e con una sinistra che è solo invidia e fuffa ce la faremo…

Saluti azzurri

Il mondo culturale, la scuola l'Università e l'informazione in mano alla sinistra



Da molto tempo ormai mi domando per quale ragione in un Paese di consolidata tradizione cattolica, nel dopoguerra tutto il mondo culturale sia diventato comunista, così come gran parte della scuola, dell’università e dell’informazione. Com’è possibile che persone colte, istruite d’un tratto abbiano adottato il pensiero unico bolscevico abiurando valori nazionali e identitari? Si trattò di un fenomeno spontaneo e frutto di tante scelte individuali e consapevoli, per quanto curiosamente simultanee? La risposta è no. Non fu affatto un moto spontaneo, bensì una raffinatissima operazione di condizionamento delle masse, nell’ambito di un tentativo di occupazione dell’Italia attraverso l’occupazione delle istituzioni dall’interno, come prescritto da Gramsci e con la decisiva pianificazione del Kgb, che in quegli anni dedicava a questi scopi addirittura un Dipartimento.


Certo, se oggi si dicesse a uno dei tanti intellettuali ex comunisti, che peraltro ancora dominano buona parte della cultura italiana, di essere stato uno strumento del Kgb, costui si arrabbierebbe moltissimo . E, verosimilmente, non avrebbe torto. La maggior parte degli intellettuali, dei giornalisti, dei docenti nemmeno sospettò di essere manovrata e proprio per questo l’operazione ebbe successo, come si spiega in uno dei libri più intelligenti degli ultimi 40 anni: “Il montaggio”, scritto da Vladimir Volkoff, intellettuale francese di origine russa ed esperto di manipolazione delle masse, che nel 1982, avvalendosi dell’artificio romanzesco, descrisse le tecniche usate dagli strateghi sovietici. Libro strepitoso e scomodo, che naturalmente il mondo intellettuale europeo all’epoca ignorò. Ora l’editore Alfredo Guida lo ripropone in italiano con un’iniziativa altamente meritoria e che i lettori aperti di spirito apprezzeranno. Il Kgb non esiste più, ma i suoi montaggi continuano a produrre effetti.


Chi lo capisce troverà una chiave di lettura ancora attualissima per capire perché, dopo oltre mezzo secolo, nella cultura, nella scuola, nell’informazione e in parte della magistratura certi clan continuino ad essere prevalenti. Il sistema sopravvive al mandante e all’ideologia, continuando a far danni....


Saluti azzurri

lunedì, maggio 16, 2011

Evviva la maggioranza silenziosa dei togati!


Non c'è contraddizione tra il presidente della Repubblica, che rende onore al merito, e il presidente del Consiglio che denuncia i guasti recati dalla malagiustizia al funzionamento dello Stato democratico. Sono modalità diverse, entrambe necessarie, di affermazione del principio della leale collaborazione tra le istituzioni preposte al buon funzionamento della cosa pubblica (e quindi anche alla promozione delle riforme necessarie). Pretenderle in contraddizione tra loro, sia pure nei fumi polemici di una campagna elettorale amministrativa ricca di significato politico, sarebbe come contestare,in Francia, al generale De Gaulle la repressione dei "soldati perduti" in rivolta contro la Repubblica. Erano gli stessi soldati autori del sollevamento che aveva spianato la via al rinnovamento di quella democrazia francese, ma poi non erano stati capaci di "rientrare nel dovere". Ce n'è abbastanza da legittimare l'esigenza della inchiesta parlamentare, ventilata da Berlusconi, sui deragliamenti nell'interesse privato, o corporativo, dell'amministrazione della giustizia. Deragliamenti che conducono alcuni magistrati a fungere da contropotere, oggettivamente eversivo, rispetto all'ordinamento democratico.


Difficile negare al presidente Berlusconi il dovere di difendere l'istituzione che rappresenta dall'insistente tentativo, articolato in ventiquattro processi campati in aria dal giorno del suo ingresso in politica, di surrogare con l'iniziativa giudiziaria la devastante miscela di handicap, contestata dallo stesso Napolitano, che inibisce all'opposizione di sinistra una efficace partecipazione al gioco democratico.
Onore ai magistrati che lo meritano, e anche al governo che fa il suo dovere.

Giuseppe Sagliocco
Direttivo cittadino Pdl - Lodi

domenica, maggio 15, 2011

Sinistra italiana vero pericolo per la democrazia


Il pericolo per la democrazia non è Berlusconi, ma questa sinistra italiana. Che plaude al lancio di monetine e che ora invoca un colpo di Stato. Gli intellettuali chiedono l’intervento di carabinieri e polizia, perché vogliono un golpe per rovesciare il dittatore. Perché, dicono, la democrazia si salva “anche forzando le regole”. Poveracci.

E’ proprio particolare l’opposizione italiana, non c’è niente da fare. Più i suoi esponenti tentano di darsi un’aria da indefessi custodi delle Sacre Istituzioni, più vengono al pettine tutti i nodi del loro essere drammaticamente comici.
Eppure, il peggio è arrivato da un intellettuale, da un professore universitario che di cose, nella sua lunghissima vita, ne ha viste tante. Parliamo di Alberto Asor Rosa, teorizzatore di moderni colpi di Stato dalle colonne del Manifesto.


In pratica, il vegliardo linguista ha auspicato l’intervento dei Carabinieri e della Polizia per “congelare le Camere, sospendere tutte le immunità parlamentari, restituire alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilire d’autorità nuove regole elettorali, rimuovere le cause di affermazione e di sopravvivenza della lobby affaristico-delinquenziale”. E tutto questo per “difendere i capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano”. Un golpe in piena regola, dunque. Un golpe che secondo Asor Rosa “godrebbe di un prevedibilissimo appoggio europeo”.

Serve commentare ulteriormente? Meglio di no, meglio lasciare questi intellettuali al loro delirio. Si parla tanto, a sinistra, di volontà berlusconiana di incendiare le folle e il Paese, di creare disordini e polemiche, di fomentare sit-in e di avvelenare il clima. E poi, una mattina, capita di leggere che uno dei loro, uno che avrebbe potuto diventare Ministro nel 2006 (così voleva Diliberto), pensa che sia opportuno farci piombare in uno “Stato d’Emergenza”.


E nessuno si indigna, dalle parti del Quirinale. Sia mai, in quest’Italia sconcertano solo i dopocena privati del Presidente del Consiglio. Chiedere un colpo di Stato in piena regola, evidentemente, non fa notizia. Ed è questo che preoccupa…


Giuseppe Sagliocco